Come è noto, le ricerche per la scoperta del vaccino contro il Coronavirus stanno stanno andando avanti in diversi paesi del pianeta, iniziando da Israele e finendo con il Regno Unito, passando dalla Germania. E sono proprio gli studi di una società biofarmaceutica tedesca, la Curevac, ad attirare negli ultimi giorni l’attenzione degli addetti ai lavori, in quanto sembrerebbe che presso i loro laboratori si stia finalmente andando incontro alla tanto agognata cura.
Tuttavia le speranze si sono subito intrecciate alle preoccupazioni. Difatti, secondo alcune indiscrezioni riportate dal New York Times, Donald Trump avrebbe offerto qualche giorno fa un miliardo di dollari alla Curevac in cambio del brevetto del vaccino, così da renderlo commerciabile soltanto nel territorio degli Stati Uniti.
Questa notizia, vista da molti come un’astuta mossa elettorale in vista delle presidenziali di fine anno, ha certamente allarmato il resto del mondo, che vedrebbe negare ai propri cittadini l’accesso a questo farmaco così essenziale in questo periodo di emergenza.
Così, immediatamente il governo tedesco ha annunciato di fare quanto possibile per ostacolare ogni tentativo di trattativa, al fine di mantenere il brevetto in Europa e tutelare così quante più persone possibili.
Aldilà degli sforzi promessi dalla Cancelliera Merkel e gli altri membri dell’Esecutivo, a scongiurare il pericolo ci ha pensato già il proprietario della Curevac, Dietmar Hopp, dichiarando che l’obiettivo della sua società è quello di fornire il vaccino a tutte le persone del mondo, senza privilegiare in nessun modo gli Stati che detengono un maggiore potere di acquisto rispetto agli altri.
Parole davvero molto interessanti e non affatto scontate, soprattutto se consideriamo il fatto che il signor Hopp è uno dei personaggi più discussi e contestati nell’ambiente tedesco, soprattutto in quella porzione più vicina e sensibile alle vicende calcistiche.
Infatti, Dietmar Hopp è anche il Presidente di un club di calcio militante nella Bundesliga, l’Hoffenheim, del quale detiene il 96 per cento delle azioni. Ed è proprio il controllo da lui esercitato su questa squadra a scatenare le critiche provenienti dai tifosi di tutte le altre squadre del paese.
Per meglio comprendere la situazione, dobbiamo ricordare che nella Germania calcistica vigono normative particolari riguardo alle quote di partecipazione che i singoli investitori possono acquistare all’interno di una società sportiva. La regola prevede nello specifico che venga privilegiato l’azionariato popolare, riservando ai supporters la quota cumulativa del 50 per cento più uno. In parole povere, la maggioranza delle azioni deve appartenere ai tifosi, a meno che un singolo privato abbia investito i propri fondi nella squadra per almeno venti anni.
Dunque, sfruttando proprio questa deroga, Hopp è riuscito ad ottenere la quasi totale partecipazione dell’Hoffenheim che, tra le altre cose, proprio grazie alle somme investite sul mercato dal proprio Presidente, sta registrando grandi miglioramenti nelle ultime stagioni, fino ad arrivare a competere annualmente per un piazzamento in Europa.
Nonostante l’impegno manifestato, una gran parte dei tedeschi non accettano che i soldi di un unico magnate abbiano la meglio sulla passione dei supporters della squadra, i quali ormai non hanno più alcuna voce in capitolo sulle modalità di gestione della società e sono di conseguenza destinati ad essere considerati mero pubblico.
Per noi italiani è molto difficile condividere una presa di posizione così forte, essendo noi da sempre abituati alle storiche proprietà targate Agnelli, Berlusconi e Moratti, per citare solo gli esempi più lampanti.
Invece la cultura sportiva tedesca fa sì che gli appassionati di calcio ritengano il diretto coinvolgimento dei tifosi nelle politiche della propria squadra del cuore una conditio sine qua non, e ogni eccezione è inammissibile.
In conclusione, attendendo ulteriori sviluppi sulla scoperta del vaccino e sul correlato brevetto –cosa ben più importante al momento-, non è improbabile pensare che se il rifiuto di Hopp a Trump dovesse effettivamente concretizzarsi, sarebbe l’occasione giusta per riabilitare l’immagine del magnate tedesco agli occhi dei propri connazionali.
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