Kiev, Ucraina 2 Marzo 2022. Si è parlato molto in queste settimane del rapporto tra Cina e Russia, e non poteva essere altrimenti data la decisione di Vladimir Putin di invadere il territorio ucraino e lanciare un’operazione militare che non si vedeva da anni in Europa. Molti si sono precipitati a dichiarare Pechino come l’unico grande alleato e sostenitore delle azioni russe, ma è davvero così? Putin e Xi possono contare su una alleanza stabile e robusta come quella atlantica? O forse le relazioni tra le due grandi potenze sono più complicate di quanto possa sembrare?
Se guardiamo agli eventi delle ultime settimane dobbiamo ricordare come Putin sia andato in visita a Pechino il 4 febbraio da Xi Jinping in occasione delle Olimpiadi Invernali tenutesi in Cina. Lì i due leader hanno siglato un accordo in cui mettevano per iscritto il loro impegno per “un nuovo ordine delle relazioni internazionali” e un contratto a lungo termine per la fornitura alla Cina di 10 miliardi di metri cubi (bcm) di gas naturale proveniente dall’Estremo Oriente russo. Da qui appare chiaro come gli osservatori internazionali si siano affrettati a considerare Cina e Russia come ‘alleati’ anche se la parola ‘alleanza’, nel comunicato pubblicato dopo l’incontro, non appare ma è presente al suo posto la parola ‘partnership’. Da segnalare inoltre come sia trapelata la notizia che Xi Jinping abbia chiesto a Putin di rispettare la tregua olimpica e di non invadere l’Ucraina durante la manifestazione sportiva che Pechino ospitava. Come sappiamo Putin così non ha fatto e questo potrebbe indurci a pensare che Xi non fosse al corrente dei piani del Cremlino, cosa resa ancora più probabile dal fatto che seimila cittadini cinesi sono tutt’ora sul territorio ucraino e Pechino non ha la minima idea di come evacuarli. Ma come fanno due potenze apparentemente così vicine a non aggiornarsi su operazioni di questo genere? È qui che dobbiamo iniziare a considerare il rapporto tra Cina e Russia in maniera meno lineare e più complicata di quanto possa sembrare a primo impatto.
La Repubblica Popolare Cinese ha sempre detto di sostenere in politica estera la sovranità nazionale di ogni paese e ha sempre condannato l’ingerenza di potenze come gli USA fuori dai suoi confini. La Cina di Xi preferisce mettere pressione economicamente ed accerchiare i suoi rivali piuttosto che invaderli militarmente e per questo ci viene da pensare che il regime comunista cinese non approvi totalmente i piani del Cremlino. Le parole di ieri del ministro degli esteri cinese Wang Yi al telefono con la sua controparte ucraina sembrano confermare questa ipotesi: “la Cina deplora lo scoppio del conflitto ed è preoccupata per i danni ai civili” ha dichiarato al telefono con la sua controparte ucraina. Dall’altro lato la Cina si è sempre detta contraria all’uso di sanzioni internazionali e non ha fatto diversamente neanche questa volta. Inoltre, non ci sono state prese di posizioni forti contro la Russia anche perché la partnership tra i due paesi in chiave antiamericana ha molto più valore per il partito comunista cinese e inimicarsi Putin ora come ora non avrebbe senso. Proprio in virtù di questa ambigua posizione in cui si ritrova la Cina, che gode anche di buoni rapporti con l’Ucraina, non dovrebbe essere considerata una alleata della Russia nel mondo in cui sono alleati USA e UE. Potrebbe però la Cina rappresentare un punto di svolta nella trattativa diplomatica tra Russia ed Ucraina e porsi come interlocutore neutro per via degli interessi che strategici che ha da entrambi le parti.
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