Ancora una donna. Ancora una ragazza. Ancora una giovane vita strappata per mano di un uomo. Nel giro di 48 ore due donne sono state ferocemente uccise: parliamo di Ilaria Sula, studentessa di 22 anni scomparsa lo scorso 25 marzo a Roma e Sara Campanella, anche lei studentessa di 22 anni originaria di Palermo.
Sara Campanella, è morta in ospedale a Messina. Originaria di Misilmeri, si trovava lì per frequentare il corso di laurea in tecniche di laboratorio biomediche ed inseguire il suo futuro. Quello stesso futuro che le è stato tolto perchè, ancora una volta, un uomo non ha saputo rispettare la decisione di una donna. Sara è stata accoltellata nella zona dello stadio in Viale Gazzi e il colpo non le ha lasciato via d’uscita. Il presunto assassino corrisponderebbe a Stefano Argentino, giovane di 27 anni e compagno di università della ragazza. Per due anni lui ha continuato a tormentarla senza sosta.
A tal proposito, il procuratore capo Antonio D’Amato ha affermato: “C’erano state delle attenzioni da parte di questo giovane, anche in maniera insistente che non avevano destato attenzione da parte della vittima”. “Queste attenzioni, che duravano da un paio d’anni, le davano fastidio”. Poco prima di essere uccisa, la giovane Sara aveva scritto un ultimo messaggio ad una sua amica che sembrerebbe testimoniare il timore e la paura che la ragazza stava provando in quel pomeriggio fatale: “Dove siete che sono con il malato che mi segue”. Sara se ne è andata a seguito di due colpi inferti a collo e scapola. Nei prossimi giorni seguiranno le indagini per chiarire la natura del rapporto fra i due.
Un nuovo femminicidio cruento a Roma
Ilaria Sula, originaria di Terni, è stata ritrovata questa mattina all’interno di un valigione posto in un dirupo di un’area boschiva a Poli (Roma). Ilaria, scomparsa lo scorso 25 marzo, era al terzo anno della Facoltà di Statistica presso La Sapienza. Dalle ultime notizie, sembrerebbe che Sara sia stata assassinata in un appartamento di Roma dal suo ex fidanzato Mark Antony Samson. Il ragazzo, che ha da poco confessato l’omicidio della giovane, ha 23 anni, studia architettura e fino ad un anno fa lavorava al Mc Donald’s. Davanti agli inquirenti il ragazzo ha affermato: “Mi dispiace per quello che ho fatto”. Il giovane, che non ha fornito dettagli ulteriori sul movente, è accusato di omicidio volontario e occultamento di cadavere. Nei prossimi giorni saranno analizzate le telecamere presenti in Via Homs, presso il quartiere Africano dove si è svolto il delitto.
Un destino comune
Sara e Ilaria, due ragazze accomunate da uno stesso destino atroce, drammatico e l’ennesimo che, purtroppo, ancora una volta, siamo costrette ad ascoltare. Ora cosa resta? Solo dolore e silenzio. Un silenzio che fa male, che mostra le lacune di un Paese che non sta facendo abbastanza per combattere questo fenomeno e per proteggere le donne. Ogni donna deve essere libera. Libera di vivere, di amare, di sorridere, di lasciare, di scegliere, di volersi prendere del tempo, di chiudere una porta, di essere sé stessa senza paura, senza timore. Perché una donna deve aver paura di dire un “no” o più semplicemente perché una donna deve avere paura?
Paura di camminare da sola per strada, di rientrare tardi la sera, di andare in discoteca, di divertirsi. Sara e Ilaria erano due giovani ragazze con tanti sogni davanti cancellati e spazzati via in un attimo da un uomo che non ha saputo accettare un rifiuto. Quando pensiamo a loro, tornano alla mente tutte coloro che non ce l’hanno fatta, che hanno lottato, che hanno guardato negli occhi il loro assassino, la stessa persona che fino a poco tempo prima dichiarava di amarle. Non c’è più tempo perché questo tempo è finito e finisce ogni volta che, ancora una, se ne va. In questo buio assordante resta solo una domanda.
Quando la donna potrà essere davvero libera?
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