L’osteria dell’ Ingegno a Corso Trieste ci accoglie in modo rassicurante, come entrando in un salotto di casa, infatti troviamo anche il camino, lampadari, librerie e addirittura opere in cartapesta dell’artista Manetti, come a ricerca di originalità e arredo personale.
In cucina troviamo Daniel Celso che, dopo anni di esperienza a Piazza di Pietra con Tommaso Pennestri e collaborazioni affianco a Cristina Bowerman e Lele Usai è tornato a casa.
Una trattoria moderna: nulla di più classico, nulla di più rivoluzionario. Osteria dell’Ingegno è qualcosa di diverso dai ristoranti gourmand, è l’offerta per chi, prima di conoscere questo posto, non sapeva dove andare a mangiare senza troppe sofisticazioni. Riprende il concetto semplice e più popolare di ristorazione: Daniel mette la sua tecnica al servizio della tradizione, proponendo piatti iconici, rivisitati in maniera corretta, ma senza sconvolgerli. Tra gli antipasti il crocchè di baccalà, pinoli e uvetta con insalatina di puntarelle, mentre la tiella di Gaeta alle scarole, è accompagnata da battuto d’alici e caciocavallo.
Oltre gli intramontabili primi romani, dal menu invernale spaghettoni aio e oio, colatura, cime di rapa e briciole di tarallo oppure la polenta morbida al sugo di spuntature di cinta senese o gli gnocchi di ricotta e cavolo nero, burro, salvia e crema di zucca.
Di sostanza la guancia piemontese brasata, patate al burro, rafano e giardiniera di verza viola o il più ricercato ovetto bio da allevamento all’aperto dei Monti Cimini con funghi cardoncelli, tartufo nero uncinato e pecorino dolce.
Amarcord da tavola romana di una volta con la preparazione del Pannicolo alla brace, radicchio tardivo e crudo di capra. “È stato un taglio di carne tipico fino agli anni 60”: oggi il diaframma di manzo, il muscolo più tonico e morbido di tutto l’animale, è tornato in auge con stile.
Il tutto accompagnato da dell’ottimo pane fatto in casa, un filone semi-integrale, una focaccia e i grissini torinesi fatti a mano per l’amuse bouche.
Particolarmente sensibile all’origine e alla stagionalità dei prodotti, Osteria dell’Ingegno utilizza fornitori in grado di offrire materie prime di altissima qualità : “Orme, Valori Agricoli Ritrovati” per verdure fresche dell’orto e le carni, “Pastificio Lagano” per pasta secca di altissimo valore prodotta nel Lazio, “Franco Gizzi”, scopritore di salumi e formaggi artigianali.
In cantina un centinaio di etichette con una nutrita selezione di vini laziali e nuove proposte di etichette biologiche e naturali, nonché un’ampia selezione di vini alla mescita in continua evoluzione, proposti con passione da Giacomo Nitti.
A riequilibrare il fine pasto ci pensa Alessandra D’Amato, la pastry chef che non ha voluto toccare la ricetta del tiramisù; “Il tiramisù deve essere tiramisù: tutte le sue variazioni sono altri dolci”. Uscita qualche anno fa dalla Scuola di Pasticceria Les Chefs Blancs, ha cominciato a girare il mondo per poi sentire il richiamo della lievitazione, sviluppando il suo amore per il pane con corsi amatoriali. Alle spalle ha esperienze da De Bellis e Bonci, attualmente collabora con “Cuochi senza barriere”, mentre per il periodo estivo ha lavorato al Tino di Fiumicino.
Alessandra è entrata da Osteria dell’Ingegno contemporaneamente al ritorno di Daniel reinterpretando la pasticceria in chiave più creativa. “Ci siamo concentrati sul buono. Vogliamo che la gente chieda il bis”. Pochi dolci che valgono tutti l’assaggio: il godurioso Cannolo di ricotta, scorzette d’arancia e pistacchio, l’intramontabile Tarte Tartin di mele e pere, anice stellato e creme fraîche, in carta anche a Piazza di Pietra e da sempre simbolo dell’Osteria dell’Ingegno.
In sala la mano esperta di Pino Mannarino, coadiuvato da Maria, Mirella e Rosy, mette tutti gli ospiti a proprio agio e li prepara a godersi un’ottima serata.
Osteria dell’ Ingegno –
Corso Trieste 146 B – Roma
Tel. 06. 841 2128
Orari: Aperto dal martedì al giovedì solo a cena
dal venerdì alla domenica a pranzo e a cena
Giorno di chiusura : Lunedì
Devi effettuare l'accesso per postare un commento.