Oggi l’apparenza sembra essere più importante della sostanza. Viviamo in una società dove sempre più persone ostentano ciò che hanno, senza preoccuparsi di viverlo. Il lusso in quest’epoca moderna, dunque, diventa la possibilità di scegliere di non farsi condizionare dalle apparenze, scegliere di superarle e puntare alla sostanza.
Il ritorno ai valori solidi, alla genuinità, alla piacevolezza di cose futili e concrete allo stesso tempo, che coccolano l’anima, lasciando qualcosa dentro di noi.
Un’idea di lusso che pervade ogni ambito della nostra vita, e quello culinario, così importante per la cultura italiana, non fa certo eccezione.
Un esempio di lusso in cucina è rappresentato da Camponeschi, lo storico ristorante che si trova a Roma, in piazza Farnese, Gestito oggi da Alessandro Camponeschi.
Il locale si trova circondato da edifici storici di grande valore, e i clienti del suo dehors possono consumare il proprio pasto ammirando meraviglie architettoniche come Palazzo Farnese, realizzato da Antonio da Sangallo il Giovane, Michelangelo Buonarroti e Il Vignola nella seconda metà del 1500, e la Chiesa di Santa Brigida, costruita da Pietro Giacomo Patriarca, la cui facciata risale agli inizi del 1700, mentre il campanile è di fine 1800.
Vediamo qual è oggi l’idea di lusso nel settore food secondo Alessandro Camponeschi.
La ristorazione fa parte della vostra famiglia da circa un secolo, prima con tuo nonno, poi con tuo padre, poi il tuo progetto insieme ai tuoi fratelli. Qual è il più grande insegnamento che ti hanno lasciato tuo padre e tuo nonno per eccellere in questo settore?
Il più grande insegnamento che abbia ricevuto da mio padre Marino e mio nonno Tommaso è l’importanza di puntare sulla perseveranza, sulla disciplina, sul sacrificio, sul metodo e sull’accoglienza del cliente.
Indispensabile è vivere tutto questo in piena armonia ed equilibrio con passione e dedizione, perché poi, in fin dei conti, la mia con il ristorante è una Love Affair che dura da tanti anni.
La ristorazione è una professione che puoi fare solo con queste prerogative non ci sono alternative.
In che modo ritroviamo il concetto di famiglia e tradizione nel tuo ristorante?
Ritroviamo il concetto di famiglia e tradizione nel rapporto con lo staff (consolidato da ormai decenni) ma soprattutto nei piatti, nei loro sapori e profumi.
E nel preparare le quarte generazioni di famiglia ad affrontare le nuove sfide del mercato.
Il locale aperto da tuo padre e dai tuoi zii è stato uno dei ristoranti più gettonati de “La Dolce Vita”. Che ricordi hai di quegli anni? Cosa ritroviamo nel tuo locale di quell’eredità?
Mio nonno Tommaso, arrivato a Roma negli anni ’30, dopo varie esperienze, rilevò a fine anni Quaranta un piccolo ristorante nei pressi di via Veneto.
Ristorante che beneficiò di quello che poi sarebbe divenuta “la dolce vita romana” così definita da Fellini nel suo film cult. Ospitando personaggi del Jet-set internazionali, attori, registi, capi di stato… Nel ristorante ho passato tutti momenti felici della mia infanzia e della mia adolescenza insieme a mio padre Marino, mia madre Gabriella, i miei nonni, i miei zii Benito, Rosa, Andrea, e tutti i miei cugini.
Oggi a piazza Farnese ritroviamo lo stesso spirito e la stessa filosofia del jet set internazionale e non.
Il ristorante ed il wine bar sono Punto di riferimento della clientela romana ed italiana che frequentano abitualmente il Camponeschi.
Il vostro menù coniuga la tradizione con l’innovazione. Quali sono i 3 aggettivi che meglio descrivono la vostra proposta? E perché?
Siamo per l’apologia della bellezza e della bontà, pertanto un piatto deve essere: Buono, saporito ma soprattutto ben presentato.
Perché la bellezza di un buon piatto è sempre una promessa di felicità.
Cosa è il lusso in cucina oggi? E cosa, più di tutto, esprime raffinatezza?
Qui la ricerca dell’eccellenza è alla base di ogni piatto. Materie prime di qualità eccelsa, valorizzazione della tradizione culinaria italiana, ma anche ricerca di nuovi sapori e nuovi accostamenti. E, infatti, importante che i piatti abbiano sempre qualcosa di nuovo da dire, ma che, allo stesso tempo, raccontino la loro storia ed esprimano quel che meglio rappresenta lo spirito di Camponeschi: il senso di famiglia.
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