Può un cibo, con il suo gusto e profumo distintivo, scatenare emozioni e sensazioni capaci di esaltare ancora di più i momenti di convivialità? In uno dei suoi più celebri romanzi, Proust racconta di come un semplice dolce come la madeleine sia stato capace, al solo tocco del palato, di invadere il protagonista di un delizioso piacere riportandogli alla memoria i ricordi di quando da piccolo le mangiava. Oggi la conferma arriva anche da Just Eat (www.justeat.it), app leader per ordinare online cibo a domicilio in tutta Italia e nel mondo, e parte di Just Eat Takeaway.com, leader mondiale nel mercato della consegna di cibo a domicilio e top player assoluto fuori dalla Cina, che ha presentato i risultati di una ricerca condotta in collaborazione con BVA Doxa[1] per esplorare il rapporto degli italiani con il cibo. Ne emerge che il cibo si classifica al terzo posto dei pensieri più frequenti, assumendo un significato simbolico che va oltre la semplice necessità di mangiare.
La ricerca evidenzia infatti come il cibo rappresenti un pensiero centrale nella vita degli italiani, con l’86% che dichiara di pensarci almeno una volta al giorno e il 48% che lo posiziona al terzo posto dei pensieri più frequenti, dopo il proprio partner (50%) e il lavoro (49%), ma prima di momenti di passione (27%) e amici (22%). La motivazione è da ricercarsi nel significato simbolico che il cibo assume, e nel fatto che il 60% lo associa a convivialità e condivisione, tanto che le principali immagini a cui viene associato il momento del pasto sono il pranzo in famiglia (57%), un cena con gli amici (42%) e i festeggiamenti per una grande occasione o il raggiungimento di un importante traguardo (30%).
L’ambiente casalingo risulta quindi essere quello che spinge maggiormente a pensare al cibo, come confermato dal 59% degli intervistati, con stimoli che arrivano soprattutto dalla visione di film e serie tv (40%) o di programmi televisivi (37%), soprattutto se trattano tematiche legate alla cucina o alla ristorazione (51%). Seguono i momenti passati al lavoro o durante lo studio (29%), che necessitano di reintegrare energie, oppure in vacanza (25%), dove ci si sente maggiormente ispirati a provare cibi nuovi.
L’aspetto sensoriale del cibo
Dai risultati emerge come per il 79% degli italiani risulta difficile associare il pensiero del cibo a un oggetto inanimato, poiché è sempre un profumo o un incontro a scatenare il ricordo di un sapore o la voglia di consumare un pasto che magari rimanda all’infanzia o a un momento passato in compagnia di persone care. L’aspetto sensoriale sembra quindi rappresentare la principale via di collegamento al pensiero del cibo, come confermato dal fatto che il suo odore (68%), ma anche colori caldi come il rosso (36%) e l’arancione (18%) fungono da principale stimolazione, così come la stagione invernale (54%), in cui ci si ritrova più di frequente a passare del tempo in casa.
Non solo: la ricerca condotta da Just Eat rivela inoltre come consumare un determinato cibo o anche solo vederlo o pensarci sia in grado di dare vita a una varietà di emozioni positive, tra cui spiccano soddisfazione (56%), appagamento (54%), relax (45%) e felicità (40%), motivo per cui quasi 2 italiani su 3 seguono anche almeno un profilo social che pubblica contenuti legati al cibo. In particolare, la sensazione di soddisfazione associata al cibo è diffusa nella fascia d’età 45-54 anni. Lo stesso vale per l’appagamento, che viene citato anche da più di una donna su due. La sensazione di rilassamento è invece più diffusa tra gli uomini rispetto alle donne (49% vs 41%).
Abitudini alimentari e l’impatto della pandemia
In un Paese ricco di cultura culinaria come l’Italia, non stupisce scoprire che gli italiani pensano al cibo un po’ in tutti i momenti della giornata, con una tendenza a iniziare a pensare al pasto 1 o 2 ore prima diffusa soprattutto tra gli uomini e con quasi il 60% che si sveglia con la voglia di consumare una buona colazione, anche per iniziare la giornata con la giusta energia. La cena resta comunque il pasto preferito per un italiano su due e quello in cui si tende a ordinare di più cibo a domicilio (70%), proprio in virtù del fatto che rappresenta il momento in cui ci si gode meglio una buona dose di relax alla fine di una giornata lavorativa o di studio, magari in compagnia di amici, famigliari o del partner.
Tra i cibi che più spesso si sogna a occhi aperti di consumare in questi momenti spicca la pizza (61%), con il 26% che afferma di non riuscire a smettere di pensarci fin quando non l’ha mangiata. Seguono i dolci (50%) e i prodotti da forno (42%) a chiudere il podio, mentre in quarta e quinta posizione si trovano la pasta (39%) e i secondi di pesce (38%). Il tanto amato hamburger con le patatine si classifica solo all’ottavo posto, dopo le fritture e i secondi di carne, mentre il sushi si posiziona addirittura in chiusura della top10, dopo il risotto.
Se si guarda invece al periodo post pandemia, forse complice l’aumento del tempo passato in casa, si scopre che oltre il 60% degli italiani consuma cibo più frequentemente, con il 32% che afferma però di prestare più attenzione a ciò che mangia, soprattutto nella fascia d’età 35-44 (40%). Il 24% afferma inoltre di acquistare più cibo fresco rispetto a prima. Anche il consumo dei pasti a domicilio è aumentato, soprattutto nel Centro (18%) e nel Sud e Isole (17%), dove le chiusure forzate dei luoghi di ristoro hanno portato a una maggiore consapevolezza delle alternative di consumo offerte dal food delivery. Il 23% degli intervistati ha infatti dichiarato che gli capita di cancellare tutti i piani per rimanere a casa e ordinare il proprio cibo preferito, una tendenza che dilaga soprattutto tra i giovani che vivono in grandi centri.
Dal campione di intervistati, emerge infatti come l’uso di app di food delivery sia più diffuso tra persone giovani appartenenti alla fascia d’età 18-44, con un livello di istruzione alto e che vivono in città.
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