Da oltre un anno, a causa della pandemia da Covid-19, un numero ragguardevole di abitudini consolidate, entrate ormai a far parte della nostra vita, sono state necessariamente rivoluzionate. Molti gesti che un tempo appartenevano a una quotidianità più o meno condivisa su larga scala hanno assunto una nuova fisionomia. Così, quelli che un tempo erano degli automatismi, delle pratiche assimilate a tal punto da essere ripetute in maniera quasi inconsapevole, hanno lasciato il posto ad azioni, situazioni e rituali con finalità analoghe ma del tutto nuove nelle modalità di svolgimento.
La rivoluzione di alcune prassi, molte delle quali somiglianti a liturgie tramandate di generazione in generazione, può avere delle ricadute persino impensabili, soprattutto se non analizzate nel dettaglio. Una di queste prassi riguarda la consumazione dei pasti, in particolare quelli fuori dalla propria abitazione. Milioni di italiani (a esclusione di quelli confinati in casa dallo smart working) hanno dovuto fare di necessità virtù, imparando a convivere con una sorta di convivialità anestetizzata dalla distanza sociale e dall’obbligo di evitare ogni possibile contatto fisico. Una profilassi doverosa visti i tempi, ma che finisce per spersonalizzare un momento come la pausa pranzo, da sempre visto dai lavoratori come un’occasione di condivisione e socialità. Peraltro, per coloro (fortunatamente una minoranza) che si trovano a condividere anche una “pausa cena” – pensiamo ad esempio ai lavoratori delle strutture ospedaliere e delle RSA impegnati nei turni serali e/o notturni – il disagio è ulteriormente accentuato dalla chiusura di bar e ristoranti nelle ore serali.
Probabilmente è proprio in ragione di questa nuova fenomenologia del consumo di pasti fuori sede che uno degli oggetti più cercati e acquistati nel 2020 (e il trend dovrebbe proseguire anche nel 2021) è lo Scaldavivande Portavivande elettrico. Un dispositivo che esiste da anni, ma che proprio nel corso degli ultimi dodici mesi è stato protagonista di una corsa forsennata all’upgrade tecnologico, con lo scopo di fornire al cliente degli apparecchi sempre più duttili e performanti. Oggi, questo erede tecnologicamente evoluto delle marmitte da militari si presenta come un affascinante oggetto di design, capace di coniugare, in un solo prodotto, un’estetica accattivante, un peso e un ingombro ridotti al minimo e una serie di funzioni aggiuntive (come la possibilità di variare il voltaggio per modificare la temperatura di conservazione dei cibi). In questo modo, un oggetto apparentemente semplice si rende capace di assolvere almeno tre compiti primari.
Innanzitutto, ripristina quella socialità perduta dagli inizi del lockdown. Utilizzando uno scaldavivande a testa, infatti, i lavoratori di uno stesso ufficio possono consumare i propri pasti insieme direttamente sul luogo di lavoro (beninteso, continuando a osservare le regole del distanziamento), ritrovando una convivialità che, per paradosso, all’esterno rischia di perdersi.
Anche in virtù di ciò, uno scaldavivande rappresenta un’ulteriore protezione contro il virus. Perché è un oggetto individuale e generalmente non condiviso, e in quanto tale limita (o annulla del tutto) i possibili contatti che possono verificarsi attorno al tavolo di un ristorante. Inoltre, il fatto stesso di trovarsi nella possibilità di muoversi di meno e non frequentare locali pubblici attenua il pericolo di entrare in contatto con possibili fonti di infezione.
Infine, uno scaldavivande consente di consumare anche fuori casa pasti caldi cucinati nella propria abitazione, con tutte le ricadute positive del caso. In primis, dal punto di vista della salute, dal momento che i pasti preparati autonomamente – a partire da materie prime fresche – sono mediamente più leggeri e nutrienti rispetto a quelli acquistati in un bar, una pizzeria o una tavola calda. E in seconda battuta sul piano economico, dal momento che i pasti acquistati in un esercizio commerciale hanno un costo decisamente più alto. Da notare come quest’ultimo cluster di vantaggi prescinde da qualsiasi emergenza sanitaria e ha valore in ogni contesto e in ogni condizione.
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