Tutto può succedere…e specialmente a Roma, dove ad ogni passo si respira arte, storia mentre vieni avvolto da una bellezza incommensurabile, anche un po’ distratta, spontanea e a cui non si può resistere .
Al civico 78 di Via delle Muratte dal 1828 ha abitato per 9 anni Gaetano Donizetti ed è proprio qui che vi vogliamo far entrare: al Don Pasquale Ristorante che accoglie il Maalot Hotel.
OUVERTURE
L’affaccio su una delle strade più di passaggio nel centro di Roma, per raggiungere quella improvvisa bellezza che è la Fontana di Trevi, accoglie già l’ospite in un ambiente intimo, ma informale, con le sedute in stile coloniale e i divanetti british mood per una colazione, una pausa a metà giornata o un aperitivo prima di tornare verso casa per i residenti, che godono il centro città come luogo di lavoro .
Arredi dai toni decisi ed eleganti creano l’armonizzazione degli strumenti di una ouverture come quasi per far tacere il pubblico e prepararlo allo spettacolo. Una sala teatro di rappresentazioni che giornalmente cambiamo, con personaggi/ospiti diversi, ma tra le quinte di spazi che accolgono una sala con circa 60 coperti con tavoli dal sapore rétro in maioliche portoghesi con disegni di antichi pizzi e trine, e poltroncine di bambù verniciate di nero. Un cocktail bar che si staglia in secondo piano incorniciato dietro due archi che danno sullo stesso salone lasciando intravedere l’effetto scenico della bottigliera retroilluminata, il rosso magenta alla parete, il bancone ottone ed ebano, le insolite sedute in vimini, gli specchi che aggiungono riflessi dorati alla luce.
Con il naso all’insù per ammirare il protagonista della sala: un lampadario a bracci sontuoso e scenografico di quasi due metri di diametro e altrettanti di altezza.
Il progetto architettonico dell’intero palazzo dell’Hotel Maalot (sviluppato su 4 piani per circa 3000 mq) è firmato dall‘Architetto Roberto Antobenedetto di RPM Proget, che ha ampiamente rispettato lo stile artistico della zona che era di botteghe, di atelier, ma strizzando l’occhio a incursioni progettuali contemporanee che conferiscono agli spazi un equilibrio tra passato e moderno.
L’opera di Don Pasquale rivive anche tra lo sfarzo di quadri che crea la galleria di dipinti nelle sale e il suo carattere “buffo” viene percepito solo avvicinandosi per notare i dettagli. Osservando i protagonisti noteremo una Maria Antonietta che mangia un gelato simile alla sua parrucca, una dama il cui turbante è una enorme aragosta e burberi fiamminghi tatuati gesticolare irriverenti. Lo scherzoso gioco rende l’atmosfera meno classica e austera e la serie di dipinti di Stanley Goczanski, appunto “Almost Classic” dona quella nota frizzante che si sussegue in ogni sala.
TRAMA _ ATTO PRIMO – RISTORANTE
Come Donizetti fu un modernizzatore, lo chef Domenico Boschi vuole essere l’artefice di una fresca evoluzione di piatti evergreen, che lui ben conosce sin da piccolo. Così nel suo Menù/Libretto troviamo il programma di quella che sarà sicuramente una s-cena indimenticabile, un’ opera prima fatta di baccalà, carciofo alla romana, supplì e i primi della tradizione : Spaghettoni all’Amatriciana, Tonnarelli Cacio e Pepe, Bombolotti alla Carbonara, Linguine Ajo, Ojo e Scorfano, Pollo alla cacciatora e molto altro..
Avendo una clientela internazionale sono presenti in menù anche la versione Don Burger con cheddar, pomodori secchi e cicorietta, il tanto gettonato Avocado Toast ( con salmone affumicato e pomodori confit) e il famoso Club Sandwich ( con pollo, bacon, uovo sodo, pomodoro e maionese). Altri piatti seguendo naturalmente la stagionalità completano il menù che lascia obbligatoriamente il passo ai dessert: immancabile Tiramisù, colorato e delizioso Taco cioccolato e lamponi, Crumble di mele, Gelato, Cheesecake al mango e tagliata di frutta di stagione.
Lo chef porterà i suoi commensali a intraprendere un percorso fatto di sapori delicati, ma immediati, creativi ma modulabili ai palati più esigenti, senza dimenticare anche chi predilige le verdure, che lo chef Domenico Boschi ama cucinare con estro e fantasia.
Un all day dining accoglie gli ospiti dalla prima colazione e cena fino a mezzanotte, si può entrare e accomodarsi e avere fame a qualsiasi ora, quindi perché non cucinare a qualsiasi ora ed esaudire ogni voglia?
ATTO SECONDO – HOTEL
I colori sono i protagonisti delle trenta camere e suite, ognuna diversa dall’altra, sui quattro piani del palazzetto ottocentesco. Rosso brillante, blu pavone, ocra e tessuti ricercati pronti a rendere l’atmosfera accogliente per uno stile british contemporaneo con tappezzerie e tendaggi dal mix geometrico e floreale.
Nelle camere più confort grandi librerie pronte ad accogliervi appena entrati ed eleganti caminetti per un living davvero confortevole. Tutte le stanze da bagno sono rivestite con marmo Arabescato Corchia caratterizzato dalle venature grigio perla su fondo bianco latte. Gli stranieri amano lo sport anche in una città comoda come Roma, perciò al piano sotterraneo uno spazio dedicato anche alla palestra di quasi 100 metri quadrati ‘arredata’ con specchi e pannellature in legno ebanizzato e attrezzi Technogym di ultima generazione.
ATTO TERZO – CONCLUSIONE
Come in ogni opera i personaggi sono coloro che muovono il tutto, senza di essi ci sarebbe solo il teatro vuoto, silenzioso, immutato e privo di vita, quella vita che è necessario riportare allegra, il brusio tra i tavoli, calici che si baciano per un brindisi, l’aprirsi e il chiudersi ovattato delle porte ad ogni piano, la musica soffusa, il benvenuto all’entrata… tutta questa sinergia si può trovare al Don Pasquale che accoglie nel suo cuore l’ Hotel Maalot e che il General Manager Edoardo Officioso racconta in essenziali parole: “Il nuovo Maalot Roma e il suo ristorante Don Pasquale si propone di diventare, nel cuore della Roma più autentica, il punto di riferimento per una clientela anticonformista, giovanile, amante del bello e della buona cucina. I nostri ospiti saranno avvolti da un’atmosfera vibrante fatta di colori, di arte, di gusto e da un servizio attento, amichevole ma discreto”.
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