Come ogni estate, il Circo Massimo di Roma è teatro di eventi imperdibili. Uno di questi è andato in scena questo sabato: stiamo parlando del concerto di chiusura dell’ “Us + Them Tour” di Roger Waters, un pezzo di storia del rock internazionale. Decine di migliaia di spettatori hanno assistito a un perfetto mix tra immagini e musica.
Il palco è dominato da un maxischermo che non solo amplifica le immagini dei musicisti presenti sul palco, ma mostra anche dei filmati speciali che hanno una funzione narrativa per ogni canzone eseguita correlata al tema trattato nel brano in esecuzione. Venti minuti di immagini introduttive in cui viene mostrata una donna sola seduta su una spiaggia tra il rumore del mare e le grida dei gabbiani e poi parte il mega concerto con Breathe, brano tratto dal capolavoro dei suoi Pink Floyd The Dark Side of the Moon, seguita da One of these days, famosa qui in Italia anche per essere la sigla del programma TV di sport Dribbling e tratta da Meddle. Seguono altri due pezzi tratti dal già citato The Dark Side of the Moon, ossia Time e The great gig in the sky. Tanti i temi trattati nelle immagini proiettate nel maxischermo che trattano i fenomeni che da sempre colpiscono il mondo, dalla guerra alla violenza in genere, dall’immigrazione al capitalismo: il sociale è sempre stato un tema ricorrente in gran parte dei brani della carriera di Waters, sia che si tratti dei Pink Floyd sia che si tratti dei suoi progetti solisti. Anche per questo motivo Waters mai come nel corso di questo tour ha deciso di dare maggior focalizzazione al significato che c’è dietro canzoni e immagini proiettate. Critiche alle scelte politiche di Trump, Putin, Theresa May, Merkel e Berlusconi durante i brani Dogs e Pigs tratti dal pinkfloydiano Animals: durante il secondo brano fluttua per il cielo di Roma un maiale rosa volante con al suo fianco la scritta “Restiamo umani” e compare sul maxischermo la scritta “Trump è un maiale” che fa scalpore. Waters dichiarerà più tardi nel corso del concerto che gli è stato scritto su Facebook da alcuni suoi fan italiani di non parlare di politica come hanno fatto i Pearl Jam recentemente e lui ha rifiutato l’appello perché la musica serve anche a “resistere” e, appunto “restare umani”. Non mancano poi, oltre ai successi del suo ultimo album da solista Is this the life you really want, i classici del repertorio dei Pink Floyd come Another brick in the wall (durante il quale sono saliti sul palco una dozzina studenti di un liceo di Potenza che si lanciano in una coreografia nella quale indossano una maglietta con su scritto “Resist”), Wish you were here e Money.
Ci si avvicina al finale con altri due brani da The Dark Side of the Moon, ossia Brain Damage ed Eclipse: durante quest’ultima dei raggi laser sparati verso la folla compongono l’iconico prisma presente sulla copertina. Chiudono il concerto due bis d’eccezione come Mother (da The Wall) e Comfortably numb, accompagnata da fuochi d’artificio nel finale di canzone. La serata si chiude definitivamente con l’ultima immagine, in cui una bambina raggiunge la donna che era presente sulla spiaggia a inizio concerto come segno di speranza.
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