L’estate è terminata da pochi giorni, e la fine di ogni estate fino al 2007 era segnata dalle finali del Festivalbar. Gli anni Novanta sono stati il decennio d’oro per eccellenza del Festivalbar, e la prima edizione di quel magico periodo per la musica d’estate, quella del 1990, venne vinta dai Ladri di Biciclette (con Paolo Belli alla voce e l’ex Litfiba Daniele Bagni al basso) insieme a Francesco Baccini con Sotto questo sole, brano ancora oggi a distanza di trent’anni cantatissimo da gente di ogni generazione. E noi de La Ragnatela News, durante Minturno Musica Estate del 31 Agosto 2019, abbiamo intervistato proprio Francesco Baccini.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Guarda, roba del secolo scorso… Avevo 9 anni, mi hanno regalato un organetto giocattolo per Natale… mio padre faceva lo scaricatore di porto, mi vedeva sempre attaccato a questo giocattolo invece di uscire fuori con gli amici e decise di farmi studiare, e lo studio mi ha comportato sacrifici enormi. Essendo figlio di operai, per il tempo studiare pianoforte era vista come una “cosa da ricchi”. Ho studiato per 10 anni la musica classica, successivamente ho iniziato ad appassionarmi anche ad altri generi come il blues, il jazz, il rock… alla fine è nato tutto così per gioco perché io non pensavo di viverci poi con la musica, è sempre stata la mia passione, ma da lì a vivere di musica è un bel salto. A un certo punto ho iniziato a credere seriamente in tutto questo, ho mollato Genova, mi sono trasferito a Milano in cerca di fortuna e la fortuna… te la devi andare a cercare!
Il tuo biennio d’oro è stato il 1990-1991.
E’ iniziato tutto in realtà nel 1989, con il mio primo album Cartoons, con cui ho vinto la Targa Tenco, che per un cantautore è il premio più importante che si possa ricevere. Nello stesso periodo conobbi questi ragazzi di Modena, i Ladri di Biciclette. Mi servivano dei fiati per il mio primo disco, e siccome non avevamo il budget per arruolare una sezione fiati, perché la mia casa discografica di allora era low-budget, mentre ero a Modena il fonico disse: “ma qua vicino ci sono questi ragazzi che suonano i fiati nei locali, sono una band”, li ho chiamati e hanno registrato la parte dei fiati per un mio pezzo. L’anno dopo io e Paolo Belli ci ritrovammo a giocare insieme nella Nazionale Cantanti, e lui mi chiese “Ma perché un giorno non vieni da noi a trovarci?”. Allora io vado a casa da loro. Mi fecero bere due bicchieri di Lambrusco, e la cosa divertente è che io sono astemio. Lì c’era un pianoforte, cominciammo a suonare. Torno a casa totalmente ubriaco. Dopo una settimana mi chiama Paolo e mi chiede: “Senti, vieni a mettere la voce nel pezzo che abbiamo suonato da me”. Io risposi: quale pezzo? Perché non ricordavo, essendo ubriaco in quell’occasione. Allora vado a fare questo provino di questa canzone, loro erano con un’altra casa discografica, vado dal mio discografico, gli feci sentire il pezzo e mi disse che la canzone non avrebbe mai funzionato. A un certo punto risposi, mentre ero alle prese con il mio secondo album: “Se tu mi fai questo discorso, blocco l’album, non me ne frega niente”. Alla fine mi vide così deciso, decise anche se con zero convinzione, di pubblicare il pezzo. Il pezzo era Sotto questo sole. Il discografico venne poi a chiedermi scusa perché divenne la canzone dell’estate 1990, e vincemmo il Festivalbar. Un brano diventato uno di quegli evergreen che ormai conoscono anche i bambini.
Tra l’altro fu anche il primo brano vincitore del Festivalbar nel suo periodo d’oro, gli anni ’90…
Beh, gli anni ’90 sono stati gli anni del Festivalbar per eccellenza… Era uno spettacolo vedere l’Arena di Verona piena ogni anno per ascoltare le canzoni dell’estate, la colonna sonora di ogni estate. Quell’anno ci dividemmo il palco con gente come Ramazzotti, Ligabue, partecipavano anche artisti stranieri di grido, al Festivalbar potevi ritrovarti gente come David Bowie o i Cranberries (che erano completamente fuori come dei pazzi!) e allo stesso tempo Corona o Papa Winnie, per fare qualche esempio.
Dopo il successo di Sotto questo sole, sono arrivate altre due grandi hits come Le donne di Modena e Ho voglia d’innamorarmi.
E anche Qua qua quando, con cui feci un altro Festivalbar l’anno dopo e arrivai secondo. Poi pubblicai nel 1992 un altro disco che fece discutere molto, intitolato Nomi e cognomi, e avevo avuto anche qualche problemino perché ogni canzone aveva un nome e un cognome, ma io sono pazzo, mi diverto a provocare… Poi è arrivato Ho voglia d’innamorarmi nel 1993, anche quello divenuto un classico, e poi negli anni ho continuato facendo 12 album fino ad arrivare alla colonna sonora (pubblicata nel 2010) di Maschi contro femmine di Fausto Brizzi. Quest’anno compio 30 anni di carriera e li sto festeggiando con un tour che è partito a inizio estate e finirà il prossimo anno.
Altri progetti futuri oltre al tour celebrativo?
Mi sono legato al cinema, ho girato un film intitolato Credo in un solo padre presentato al Festival del Cinema di Salerno, con Massimo Bonetti. Un film ambientato ad Eboli, una storia vera che parla di violenza sulle donne dove io recito in qualità di attore e di cui ho composto l’intera colonna sonora.
Tornando al 1990-1991: i tuoi “anni di grazia” sono andati a coincidere con un periodo d’oro per il calcio genovese! Sampdoria campione d’Italia e Genoa quarto e in Coppa Uefa…
…e l’anno dopo il mio Genoa uscì in semifinale contro l’Ajax dopo aver eliminato il Liverpool. E io contro il Liverpool ero allo stadio a vedere la partita. Mi ricordo una scena meravigliosa: a fine partita noi tifosi del Genoa venimmo messi dentro lo stadio in uno spazio al di sotto di essa con le saracinesche chiuse. A un certo punto si alzano queste saracinesche e ci ritrovammo di fronte i tifosi del Liverpool. Dieci secondi di paranoia cieca, e poi migliaia di tifosi del Liverpool iniziarono ad applaudirci, e volevano le sciarpe in segno di elogio dopo la vittoria. E in quella scena è nato il gemellaggio tra Genoa e Liverpool.
Ricordo inoltre un altro aneddoto relativo al boom del calcio genovese di quegli anni: Gino Paoli, tifoso genoano, che si presentò alla festa scudetto della Samp, gridando “Genova ha vinto!”
A Gino tanti genoani non gliela perdonarono per quel motivo, ma alla fine ciò che contava era la vittoria della città, perché quando una città come Genova ha una squadra prima in classifica e l’altra quarta… Anche perché consideriamo che a differenza di casi come quelli di Roma e Milano dove si è abituati a vincere o stare al tavolo delle big, per Genova che è una piazza non abituata a vincere stare lassù in cima è una sensazione straordinaria.
E poi, coincidenze storiche, nel 1991 un altro genovese vinse il Festivalbar, ossia proprio Gino Paoli, con te al secondo posto…
Eh sì, dominio tutto genovese!
Cosa pensi di Minturno Musica Estate?
Innanzitutto io conosco una persona che è l’anima di tutto questo, Pasquale Mammaro, siamo amici da tanti anni. Pasquale mi chiama e mi dice: “Francesco, sono quindici anni che organizzo questa cosa e non sei mai venuto. Vieni quest’anno” e io non ci ho pensato due volte ad accettare l’invito di Pasquale, che è un amico.
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