Questa sera è andato in onda su Rai 3 in prima serata “Rocky Balboa”, sesto ed ultimo film della saga dedicata all’indimenticato pugile, interpretato dal regista e sceneggiatore della stessa saga Sylvester Stallone. Capitolo della saga di Rocky che nei cinema statunitensi esce il 20 dicembre 2006, mentre in Italia il 12 gennaio 2007: fu un grandissimo successo ai botteghini (incassando 155 milioni di dollari in tutto il mondo), diventando uno dei sei film di pugilato più visti di sempre insieme ai primi quattro Rocky e a Million Dollar Baby di Clint Eastwood. Si trattò di una grande rivincita per Stallone, dopo l’insuccesso di Rocky V del 1990 e dopo che lo stesso Rocky Balboa venne inizialmente bocciato dalla Metro-Goldwyn-Mayer (casa produttrice dei precedenti capitoli della saga) fino all’intervento dei Revolution Studies grazie ai quali lo stesso Stallone ottenne i soldi per girare il film.
A ispirare Sylvester Stallone nell’idea di concepire questa pellicola furono due fattori: la sua crisi di popolarità e gli anni di inattività dal mondo del cinema che lo stavano portando a cercare “qualcosa per cui combattere” proprio come il personaggio di Rocky in quest’ultimo capitolo, e la vittoria del titolo mondiale dei pesi massimi di boxe da parte di George Foreman all’età di 45 anni (Foreman divenne il più anziano campione dei pesi massimi di sempre). Da qui nasce il filone centrale della trama del film: Rocky, rimasto vedovo dell’amata Adriana (morta a causa di un tumore), decide di reagire alla perdita tornando a dedicarsi alla sua più grande passione, ossia la boxe, per un ultimo incontro. L’avversario è il campione mondiale dei pesi massimi del momento Mason “The Line” Dixon, lottatore non molto gradito dal pubblico perché tendente a vincere in un solo round e offrendo scarso spettacolo (un po’ l’equivalente nel mondo del wrestling reale di allora di John Cena, odiato da molti fan perché spesso usciva vincitore dai suoi match subendo per tutto l’incontro per poi prevalere grazie a cinque mosse). Viene trasmessa in TV una simulazione al computer di un incontro tra Dixon e Rocky che vede vincitore quest’ultimo: il successo televisivo della simulazione e la voglia da parte di Rocky di tornare a combattere fanno sì che gli agenti di Dixon gli lancino una sfida per un match di esibizione. Rocky accetta. Il match viene vinto da Dixon ma i due lottatori si scambiano rispetto tra loro, con il pubblico che tributa un’ovazione a Rocky. La pellicola termina con Balboa che si reca al cimitero con un mazzo di rose in segno di tributo a sua moglie Adriana. Il film contiene, infine, dei flashback che rimandano a ogni film della serie escluso Rocky V: ciò simboleggia metaforicamente la volontà di Stallone di dimenticare gli scarsi risultati di pubblico e critica del capitolo precedente ricordando i tempi d’oro.
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