Grandi notizie per i fan di Edward Norton. Uscirà a ottobre The French Dispatch, film di Wes Anderson che vedrà il 51enne attore statunitense tra i protagonisti principali. Un’anno dopo il buon successo di Motherless Brooklyn, incentrato sulla storia di un detective affetto dalla sindrome di Tourette, Norton torna così sul grande schermo in una produzione di primo livello. L’occasione giusta per ripercorrere una carriera molto particolare.
Primogenito di tre figli, Edward Harrison Norton nasce a Boston nel 1969 ma cresce tra Columbia e Baltimora. È proprio nella cittadina del Maryland che inizia, giovanissimo, a frequentare i primi corsi di recitazione. Tutti capiscono subito che la stoffa sul palcoscenico è di prim’ordine e nel 1984 Edward vince il suo primo premio teatrale in occasione di un famoso campo estivo nel New Hampshire.
Nel frattempo prosegue anche il percorso di studi. Nel 1991 arriva la laurea in Storia dell’Arte all’Università di Yale, ateneo in cui approfondirà storia orientale e giapponese e dove incontrerà Paul Giamatti partecipando alle produzioni teatrali scolastiche. Proprio in Giappone Norton avrà la sua prima esperienza lavorativa, assunto nella società del nonno materno. La strada intrapresa, però, non è quella sognata.
Tre anni dopo Edward molla tutto e torna a New York per tentare la carriera da attore. Il primo periodo sarà difficile, tra recitazioni in produzioni off Broadway e impieghi da cameriere, ma la svolta è dietro l’angolo e coincide con l’arrivo del drammaturgo Edward Albee che lo nota e lo scrittura per recitare in Fragments.
Il resto è storia. Nel 1996 Leonardo Di Caprio rifiuta il ruolo di co-protagonista in Schegge di Paura. La produzione del film cerca immediatamente un sostituto per evitare di perdere l’altro protagonista, ovvero Richard Gere. Dopo duemila audizioni viene scelto proprio Norton che recita al provino con accento meridionale e dice di provenire dal Kentucky, come il ragazzo su cui è incentrata la pellicola. Nonostante la piccola bugia la prima prova da attore è scintillante e porterà con sé una nomination all’Oscar come attore non protagonista.
Negli anni successivi arriveranno le migliori interpretazioni da attore di Norton, quasi sempre in ruoli drammatici. Tra quelle veramente indimenticabili citazioni d’obbligo per American History X (che porterà anche un’altra nomination all’Oscar), Fight Club e la 25esima Ora di Spike Lee. In mezzo alcune prove minori, due apparizioni in pellicole di Wes Anderson e il ruolo di Hulk nell’omonimo colossal Marvel. Nel 2014 il ritorno ad altissimi livelli con la seconda candidatura alla Statuetta come miglior attore non protagonista per il ruolo di un attore viziato e insicuro in Birdman di Alejandro González Iñárritu.
Da lì la scelta di selezionare le apparizioni e la decisione di non prendere parte a più di un film all’anno, il sempre maggior tempo speso per partecipare a iniziative benefiche e ambientaliste e buona parte dei momenti fuori dal palcoscenico dedicati al figlio nato dalla relazione con la produttrice cinematografica Shauna Robertson.
Ma le cose potrebbero cambiare il prossimo ottobre. In attesa di capire se arriverà anche un seguito di Rounders, film cult legato al mondo del poker, Norton è pronto a tornare con in The French Dispatch, pellicola in cui sarà ancora una volta diretto da Wes Anderson. Il decimo film del regista dei Tenenbaum e di Grand Budapest Hotel racconterà le vicende di alcuni personaggi legati alla redazione parigina del giornale French Dispatch, edizione transalpina dell’Evening Sun di Liberty, in Kansas.
Nella pellicola, ispirata a una storia vera, ci saranno tre diverse linee narrative, tutte incentrate sui racconti pubblicati dal quotidiano durante il ventesimo secolo. Alla morte del direttore del magazine i vari redattori decideranno di creare un numero speciale per omaggiare la sua memoria. Incredibile, come spesso accade nelle pellicole di Anderson, il cast. Insieme a Norton ci saranno stelle come Bill Murray, Tilda Swinton, Adrien Brody, il premio Oscar Benicio Del Toro, Owen Wilson, Lea Seydoux e Willem Dafoe per un film che si preannuncia come uno dei più belli dell’anno.
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