In un’epoca di crisi sono pochi i settori in grado di produrre ancora dati in crescita. Tra questi, senza dubbio il gioco d’azzardo merita una menzione speciale. Il gambling infatti continua a mettere il segno positivo davanti alle proprie percentuali, riuscendo ad avere un volume di gioco crescente. Nel 2015 era di circa 88 miliardi di euro, nel 2016 è diventato di quasi 95. Leggi e presunte “cacce alle streghe” a parte, il 2017 sembra in grado di proseguire un trend positivo.
A guidare il settore sono le slot machine, ormai da anni irraggiungibili per le altre specialità. Nel 2015 il volume di gioco delle macchinette arrivava a 26 miliardi di euro, di cui circa 19 tornavano ai giocatori sotto forma di vincite di varia entità. Per il 2016 i dati forniti da Agimeg parlano di un mercato slot e videolottery da quasi 50 miliardi di euro, più della metà dell’intera industria, come . Basterebbe soltanto questo per far comprendere la disparità che vige nel gambling, dove le sole slot basterebbero a tenere in piedi la baracca. Lo stesso vale per l’online, dove costituiscono circa il 60% del volume dei casinò online, a loro volta il 40% del mercato dell’azzardo in rete.
Analizzando i dati a livello regionale, raccolti in un report pubblicato sul blog Freeslotmachine, si scopre che la maggior parte dei giocatori si trova nell’Italia settentrionale. Il 21% delle giocate vengono registrate in Lombardia, con Milano che si trova al secondo posto nella classifica provinciale. Nella top ten della stessa figurano anche Brescia e Pavia, che contribuiscono a un dominio assoluto. Gli inseguitori principali, Lazio e Veneto, si fermano a 10 e 9%, la Campania poco meno. Queste quattro regioni valgono da sole quasi la metà dell’intero mercato, segno della disparità diffusa lungo il territorio nazionale. Zone come Valle d’Aosta, Molise e Basilicata sono infatti ben lontane da questi numeri, e anzi possiedono pochi apparecchi per scommettere. Non per niente la tendenza a contrastare l’azzardo si sta sviluppando nelle regioni più colpite dal fenomeno, dove la ludopatia è quasi un’abitudine.
Tra le altre specialità, le scommesse virtuali hanno avuto un 2016 particolarmente fortunato. Per la prima volta dal loro ingresso sul mercato infatti sono riuscite a sfondare il muro di un miliardo di euro, inimmaginabile solo qualche anno fa. Oltre le più rosee aspettative anche l’annata delle scommesse sportive, arrivata a raccogliere 7,5 miliardi di euro. Addirittura il 35% in più rispetto al 2015, quando comunque il settore era già molto fiorente. Il successo può essere spiegato con la proliferazione degli strumenti con cui giocare: smartphone, siti internet, centri scommesse aperti quasi tutto il giorno, tutti portoni per far entrare i cittadini nel mondo del gambling. E il futuro sembra sorridere all’azzardo, con l’arrivo di nuove tecnologie. L’unica specialità che pare in crisi è il poker, soprattutto nella versione cash game. Se il torneo ha fatto registrare una leggera (ma non preoccupante) flessione, la modalità cash è arrivata a un -18% storico. Un campanello d’allarme che ha addirittura aperto la possibilità alla liquidità condivisa, mai immaginata prima. Se in un sistema perfetto qualcosa non funziona, trovare una soluzione è un imperativo. Soprattutto quando girano più di 90 miliardi di euro all’anno.
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