Hill of Vision è la vera storia di Mario Capecchi, Premio Nobel per la Medicina nel 2007. Una proiezione interessante, divisa in due parti per affrontare la storia di un bambino scampato ai bombardamenti in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale e che diventerà poi un genetista.
Abbiamo assistito alla prima di Hill of Vision di Roberto Faenza a Roma, conoscendo alcuni dei protagonisti del film, oggi con qualche anno di più. Le riprese sono infatti iniziate qualche anno fa, avendo a che fare con i rallentamenti della pandemia, ma portando in sala un grande spaccato della seconda guerra mondiale, con una fotografia mozzafiato e personaggi iconici della filmografia moderna.
Laura Haddock, Edward Holcroft, Elisa Lasowski, Jake Donald-Crookes, Lorenzo Ciamei, Sofia D’Elia, Rosa Diletta Rossi, Sophia Nedelia Squitti e con FRANCESCO MONTANARI per citare una parte del cast e di cui mettiamo di seguito il trailer ufficiale:
Hill of vision
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Nella prima parte del film ci troviamo catapultati nella seconda guerra mondiale in Alto Adige. Protagonista è Mario, un bambino che vive con sua madre, una donna americana e antifascista, separata da un uomo agli antipodi, pilota d’aerei, un militare, e fascista convinto. Nelle prime scene cominciano le avventure di Capecchi, lasciato dalla madre in un paesino di montagna curato da una famiglia insieme ad altri bambini, quando è costretta a scappare per sfuggire ai fascisti.
Presentazione cinema Lux
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Una volta capita la situazione, il piccolo, interpretato in questa prima fase da Lorenzo Ciamei, decide di lasciare la famiglia per non mettere a rischio quelle persone che tanto si sono prese cura di lui e comincia a vivere per strada insieme a tanti altri bambini vittime della guerra ed è così che conoscerà Frank, una ragazzina che segnerà la sua vita.
Nella seconda parte troviamo Mario cresciuto, al ritorno della madre che deciderà di portarlo con lei in America. La donna però è profondamente cambiata dopo essere stata in un campo di concentramento. Nel nuovo continente si prenderanno cura di lui e della madre, gli zii che vivono in una comunità di Quaccheri. Inizia così il suo percorso di studi da analfabeta con non poche difficoltà. Proprio grazie allo zio troverà la sua strada e la sua passione per la scienza fino a vincere nel 2007 il Premio Nobel per la Medicina.
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