Un omaggio a Franca Valeri, il cui videoclip ha coinvolto importanti personalità del mondo dello spettacolo e non solo, da Giancarlo Magalli a Massimiliano Rosolino, dal titolo “Inno della Pettegola”. Lui ne è uno degli autori e insieme a lui a interpretare il brano ci sarà Mauro Coruzzi, noto anche come Platinette. Abbiamo intervistato per La Ragnatela News Dario Gay riguardo questo progetto e non solo, che potrebbe rappresentare l’inizio di una duratura collaborazione.
Come è nata la collaborazione con Mauro Coruzzi?
La collaborazione con Mauro Coruzzi nasce innanzitutto dopo un’amicizia che nasce negli anni ’90, ci conosciamo da tanti anni. Non ci siamo mai frequentati tanto ma ci ha sempre uniti una grande stima reciproca, ho sempre avuto un contatto ma niente di più. Quest’estate ci siamo visti, abbiamo ascoltato questa canzone che avevo nel cassetto da un po’ di tempo e ho sempre immaginato di cantarla con lui, perché in questa canzone c’era proprio un’ironia che vedo nel suo modo di comunicare, e secondo me Mauro era l’unica persona che potesse dare quel colore giusto per quelle parole. Difatti non mi sbagliavo perché lui ha accettato con molto piacere. Ci è così piaciuto fare questa cosa insieme che credo che la nostra collaborazione non si limiterà solamente a questa canzone.
L’Inno della Pettegola è un omaggio a Franca Valeri: cosa ha rappresentato per te e Mauro questa donna?
Posso dire che Franca Valeri mi ha accompagnato per tutta la mia vita, trovo che sia stata un genio rapportandola a come l’ho vissuta io. Da bambino io la vedevo in televisione e mi faceva ridere per le facce che faceva, le espressioni che faceva, le sue battute del tipo “Scostumato!” ridevo spontaneamente magari senza capire la profondità delle battute. Poi crescendo, diventando adulto, ho cominciato a capire lo spessore di quest’ironia della Valeri, per cui io l’ho amata e la amo ancora tantissimo. Io addirittura conosco a memoria dei monologhi suoi, per me è un esempio di intelligenza, di cultura, di spessore umano, anche perché poi oltretutto lei si occupava anche di animali abbandonati oltre a essere una grande attrice. S iccome io amo molto gli animali anche questo suo aspetto l’ho sempre apprezzato particolarmente. Tra l’altro siamo riusciti oltre che a omaggiarla con questa canzone, siamo riusciti anche a fare una donazione al suo rifugio di animali abbandonati, l’Associazione ONLUS Franca Valeri, grazie anche a uno sponsor che ci ha aiutato e quindi siamo molto contenti perché crediamo che Franca avrebbe gradito quest’omaggio più di ogni altra cosa e quindi ne siamo molto felici.
Tante sono le collaborazioni all’interno del video ufficiale, da Giancarlo Magalli a Massimiliano Rosolino. Perché la scelta di coinvolgere tutti questi volti importanti del mondo dello spettacolo e non?
Perché abbiamo fatto una sorta di “piccolo filmettino” più che un video, tant’è vero che lo abbiamo girato con la Toed Production, con Claudio Bucci che è un produttore cinematografico, con il regista Daniele Gangemi. Abbiamo raccontato dei fatti di vita quotidiana un po’ esasperati, chiaramente, e avevamo quindi bisogno di attori che interpretassero questi personaggi e abbiamo cercato dei personaggi che fossero un po’ di tutte le generazioni e ci piaceva molto di avere un’icona come Maria Giovanna Elmi, per esempio, che facesse l’annuncio in bianco e nero, anche perché il vostro pettegolezzo che raccontiamo noi è un pettegolezzo leggero, d’altri tempi, non il gossip cattivo che va di moda oggi. E quindi abbiamo avuto lei, abbiamo avuto Massimiliano Rosolino, abbiamo avuto Emanuela Tittocchia, Alessandra Monti, Giancarlo Magalli che ha chiuso il video in una maniera molto divertente, e poi la tiktoker Melissa Girardi a cui teniamo molto perché è la nostra finestra aperta verso il futuro. Questa ragazza è una tiktoker da 3 milioni di follone, è una delle prime venti influencer di questo social network, e ci piaceva molto l’idea di contaminarci con il nuovo e ci siamo trovati molto bene anche con lei, è una ragazza meravigliosa. Noi siamo persone che si aggiornano, che sono sempre con l’occhio vigile su quello che ci accade intorno.
E’ anche un’ottima mossa per far conoscere questo singolo ai giovani e valorizzare la figura di Franca Valeri accrescendone l’importanza anche tra le nuove generazioni…
Anche quello sarebbe molto importante. Quello che dispiace molto a Mauro e anche a me è che abbiamo parlato di lei quando è morta, poi basta… Franca Valeri è una donna a cui bisogna dedicare uno speciale televisivo, parlo di vedere queste cose meravigliose che ha fatto non solo per la televisione ma anche per il cinema, penso ai film con Alberto Sordi. Ha fatto delle cose veramente geniali.
Come ti sei avvicinato al mondo della musica?
Io? Ah, beh, quello da bambino! Io ho sempre amato la musica sin da bambino, a casa mia tutti cantavano e ascoltavano tanta musica e quindi a quattordici anni ho avuto la prima chitarra, ho cominciato a strimpellarla e poi ho cominciato a scrivere delle canzoni, per cui intorno ai vent’anni-venticinque anni ho deciso di voler provare a fare il cantante per davvero. E così partecipai al Premio Rino Gaetano, che vinsi. Nel 1989 invece, sempre al Premio Rino Gaetano, vinsi il Premio della Critica. Avevo negli anni prima partecipato anche alle selezioni del Talentiere, organizzato da Rita Pavone e Teddy Reno: loro furono i primi in assoluto a scoprirmi. E racconterei tante altre cose, ma raccontare poi tutto è un po’ lunga, perché sono passati trent’anni, per cui…
A proposito di trent’anni, quest’anno è caduto il trentennale della tua prima partecipazione a Sanremo, nella sezione Nuove Proposte, nel 1990. Parlaci di questa esperienza.
Di esperienze sanremesi ne ho fatte due, nel 1990 e nel 1991. Sono state tutte e due esperienze molto belle. Io ero molto giovane. Nell’anno del mio primo Festival, il 1990, c’erano tutti cantanti stranieri che partecipavano per la prima volta in accoppiamento con gli italiani. E quindi ero molto più affascinato dall’incontrare Rod Stewart, mi sono trovato faccia a faccia con Tina Turner, con Liza Minnelli, Dee Dee Bridgewater. Era poi l’anno in cui era tornata a cantare da poco Mia Martini con cui nacque un rapporto di amicizia molto bello, ed ero molto attratto da questi personaggi. Ed ero un po’ disattento al fatto che fossi in competizione in realtà, ero più concentrato sullo spettacolo, mi trovavo in mezzo a dei mostri della musica mondiale, figurati, è stata un’emozione enorme, io cantavo dopo Rod Stewart. Io ero sul palco, in attesa di entrare, e c’era a tre metri da me Rod Stewart che cantava. Presentava Johnny Dorelli e la sera della mia prima esibizione gli dissi che ero terrorizzato, che mi avrebbero tirato le patate visto che mi sarei esibito dopo Rod Stewart. E invece per fortuna no! Quanto al 1991, quell’edizione mi procurò invece un po’ di problemi perché feci una canzone che si chiamava “Sorelle d’Italia”, un brano dedicato ai viados, le transessuali brasiliane che sbarcavano in Italia, quindi questa canzone fu molto contestata. Fui denunciato dall’Associazione Autotrasportatori perché nella canzone si parlava di camionisti che si intrattenevano con i transessuali. Per cui finii sulla prima pagina del Corriere della Sera per questa cosa qui, Non arrivai in finale quell’anno a differenza del 1990, però nel 1991 vendetti più dischi dell’anno prima. Infatti chi mi conosce ricorda soprattutto “Sorelle d’Italia”. A ogni modo quello fu un bellissimo periodo, in cui feci parecchi tour, un tour con Red Ronnie e Morandi, uno con Valentina Gautier, uno da solo, un altro ancora con Enrico Ruggeri. Poi con Enrico ho lavorato sempre, ancora adesso con Enrico collaboro perché lui per me è come un fratello ormai, e a dir la verità, abbiamo praticamente un rapporto familiare.
A proposito di collaborazioni, so che hai anche collaborato con Renato Zero nel 1995…
Sì, nel 1994 avevo partecipato alla sua maratona di Fonopoli, e con lui ho collaborato due volte: nel 1994 e, appunto, nel 1995. In quel periodo incise anche una mia canzone che però non è mai uscita probabilmente per ragioni di editoriali, però era pronta e pensate, è rimasta ancora inedita finalmente!
Chissà, arriverà finalmente il momento di pubblicarla e farcela sentire?
Eh, speriamo. E’ una canzone particolare, quindi probabilmente sta cercando la strada giusta per uscire, perché non è una canzone come la Pettegola, è tutto il contrario, è tutto un altro genere. Quindi attendiamo. Prima di diventare nonno magari lo farò…
Progetti futuri?
In questo momento possiamo farne pochi, ma sto lavorando ad un album di inediti che voglio fare da tanto tempo. Inoltre l’arrivo di Mauro nella mia vita artistica ha cambiato un po’ le carte in tavola perché con lui mi sto divertendo così tanto e mi trovo così in sintonia che per il momento penso di voler fare ancora qualcosa insieme a lui e non fermarci alla Pettegola.
Potrebbe quindi nascere un album congiunto tra voi due?
Beh, potrebbe anche essere un’idea, perché no? Anche perché Mauro scrive delle canzoni bellissime e nessuno lo sa. Lui è un grande artista, una persona di una cultura enorme, di un grande spessore culturale e umano. Una persona stupenda. Anche il personaggio di Platinette è un personaggio che può sembrare effimero e invece non lo è per niente: non dice mai neanche mezza banalità. Salta fuori con delle perle di saggezza che altri si sognano. Anche nei talk show più trash, dove la gente dice le cose più trash con gli argomenti più trash, quando arriva lui tira fuori un altro tipo di spessore, perché riesce a parlare del trash rimanendo sempre la persona di spessore che lui è, ne parla sempre con grande conoscenza e dispensa perle di saggezza che mettono in smacco gli altri.
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