L’inizio di questa avventura parte da “La gabbia d’oro”, un libro bellissimo che mi sento di consigliarvi.
L’ho letto in un periodo della mia vita in cui avrei fatto di tutto per distrarmi dalla realtà dolorosa che mi circondava ed in effetti questo libro è servito allo scopo. La lettura, in fondo, è un viaggio che si può iniziare senza bisogno di prenotazione, organizzazione, troppo tempo a disposizione.
La gabbia d’oro mi ha portato in Iran, in una terra difficile da comprendere, tormentata ma anche affascinante per i diversi spunti di riflessione che ci offre e che dovremmo saper cogliere partendo, in primo luogo, dall’autrice del libro Shirin Ebadi. Nata a Teheran, divenuta avvocato, ha ricevuto il premio Nobel per la pace nel 2003 per la sua attività di difesa dei diritti civili dei suoi connazionali.
Shirin racconta la storia di quattro fratelli, tre maschi e una femmina, conosciuti dalla scrittrice in quanto figli di una coppia di amici di famiglia dei suoi genitori. Saranno i fratelli maschi a prendere strade diametralmente opposte rinchiusi, ognuno, in una visione della propria vita parziale, ideologicamente limitata senza aperture o confronti con l’altro, chiunque esso sia, anche un fratello. Da qui la gabbia d’oro di cui, inevitabilmente, rimangano prigionieri.
Abbas, fedelissimo dello Scià, Javad, filocomunista e oppositore del regime e Alì, pasdaran fedelissimo di khomeini, sono i tre fratelli incapaci di comunicare, di comprendersi destinati a vite diverse ma allo stesso modo difficili. Sullo sfondo le tradizioni iraniane, i profumi della cucina in occasioni di feste e ricorrenze, il destino dell’unica sorella Pari che, come donna, dovrà cercare di costruirsi un futuro lontano dall’Iran.
Il libro copre il periodo storico compreso tra il regno di Reza Pahlevi fino all’avvento di Mahmud Ahmadinejād nel 2013 e ci offre la possibilità di capire anche l’evoluzione socio-politica del Paese.
I recenti avvenimenti di questi giorni mi hanno fatto pensare a questo libro, al messaggio che contiene: rimanere chiusi nelle proprie gabbie, nei propri convincimenti, nelle proprie ideologie conduce inevitabilmente allo scontro, al fallimento.
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