“Quattro”, il nuovo disco dei Baraonna. Vito Caporale: “E’ la declinazione di un numero in tutte le sue possibilità”

Sanremo 1994, sezione Nuove Proposte. C’era Andrea Bocelli, che vinse la sezione, con “Il mare calmo della sera”, c’era Irene Grandi con “Fuori”, c’era Giorgia con “E poi”, per citare tre grandi nomi. Ma non sono stati gli unici tre brani di successo di quella sezione. Ad esempio: ricordate I Giardini d’Alhambra? I Baraonna sono infatti tornati sulle scene da poco più di un mese, precisamente il 15 Marzo, con un nuovo album intitolato Quattro, contenente sette inediti firmati Baraonna, una nuova versione del già citato brano sanremese e due cover (Il terzo fuochista di Tosca e Minuetto di Mia Martini). Vito Caporale, leader del noto gruppo vocale, ha parlato al blog Operazione Nostalgia Musicale di questo suo nuovo progetto:

Baraonna

“Questo è un disco che si intitola “Quattro” per vari motivi. “Quattro” perché è il quarto disco con inediti dei Baraonna. Poi d’altra parte noi siamo quattro e c’è anche da dire che all’interno del CD c’è un brano che dà il nome all’album che si intitola “Quattro”, che è la declinazione del numero 4 in tutte le varie possibilità. Il disco è composto da dieci tracce, ci sono 7 inediti che abbiamo scritto ad hoc per questo lavoro, poi c’è il nostro brano sanremese “I giardini d’Alhambra” e poi ci sono due cover, un omaggio a Tosca con “Il terzo fuochista” e a Mia Martini e il grande Franco Califano con “Minuetto”. Abbiamo fatto due versioni molto intime, pianoforte e voci riarrangiate un po’ alla nostra maniera. Quanto a “I giardini d’Alhambra”, brano che ci ha dato tante soddisfazioni facendoci vincere il Premio della Critica nelle Nuove Proposte, lo abbiamo voluto rifare in una versione nuova, più “rinfrescata”, senza interventi orchestrali, una cosa pensata per un quintetto che ha suonato tutto il disco: Pippo Matino al basso elettrico, Alessandro Tomei al sax e flauto, Andy Bartolucci alla batteria e percussioni, e Marco Sinopoli alle chitarre. Poi io al piano e i Baraonna alle quattro voci. Abbiamo messo tanto cuore, tanta voglia di fare, tanto divertimento e tanta gioia. E’ uscito in un momento particolare della nostra vita, in piena quarantena, è uscito infatti il 15 di marzo, ma abbiamo ricevuto tanti complimenti”

Il brano più rappresentativo del disco secondo Vito: “E’ difficile dirlo. E’ un lavoro di èquipe, non ci sono solo brani miei ma anche di mio fratello Delio Caporale, anche Daphne Nisi ha scritto delle cose, ad esempio un brano in inglese, “Find me”. Ci sono nature diverse nel modo di scrivere perché in un progetto come il nostro dove tutti si sentono parte creativa debba un po’ rappresentare le varie anime. Non c’è una linea unica, per cui non saprei scegliere. Forse “Quattro” ha una valenza in più, perché parla anche un po’ di noi. A un certo punto infatti dice “quattro siamo noi”, quindi parliamo un po’ dei Baraonna in quel momento. Un po’ autoriflessivo come pezzo. E poi è un brano sul quale stiamo lavorando per fare un video divertente che sarà uno dei nostri progetti futuri appena usciamo dalla quarantena”. Sul canale YouTube ufficiale dei Baraonna è però già presente un “home video” del brano uscito il 14 Aprile 2020.

Vito parla poi della sua collaborazione con Claudio Baglioni, da lui definita come la più significativa tra le tante messe a segno dai Baraonna, di cui Baglioni è anche un grande amico e ammiratore: “La collaborazione con Claudio non è un evento occasionale, non è solo una partecipazione a un disco, E’ una collaborazione che ci ha segnato moltissimo che è durata negli anni, lui ha una natura e una visione della musica a 360 gradi, da anfitrione. Lui è molto attento anche ai progetti degli altri, è davvero una persona generosa. Anche agli altri festival da lui organizzati dava spazio anche agli altri artisti, agli ospiti. Abbiamo fatto tante volte “O’Scia” che è un festival che lui organizza a Lampedusa, così come “Su’ siti”. Abbiamo collaborato nel disco “Crescendo e cercando” partecipando anche al videoclip ufficiale girato al un’esperienza particolare. Poi abbiamo con lui aperto un concerto in Piazza Duomo a Milano a fine 2004 davanti a 500.000 persone, praticamente tutta la Lombardia! Siamo rimasti poi con lui nel suo concerto facendo tutti i brani di Baglioni insieme, poi la raccolta QPGA dove ci sono tanti ospiti e con lui abbiamo collaborato nel brano “Se guardi su”. Al tour per i suoi 40 anni di carriera abbiamo riproposto “Reginella” che tra l’altro fa parte anche del nostro terzo disco. Con Claudio inoltre ci sentiamo sempre, ci dà consigli, proposte, idee… è un amico, c’è un legame molto forte.” A provarlo, un retroscena: “Lui poi ha partecipato da spettatore ad alcuni nostri spettacoli, ad esempio alcuni spettacoli al Sistina con Pino Insegno. Ricordo che curavamo la parte musicale noi e lui era entusiasta del nostro lavoro, e voleva addirittura fare un disco con la Bag Music contenente le soundtrack del nostro spettacolo teatrale, una proposta partita da lui. Poi non l’abbiamo realizzata perché distratti da mille altre cose e progetti in contemporanea”.

Vito è inoltre il direttore dell’accademia “Teatron Accademia Professionisti”, e ha dato un importante consiglio ai giovani che vogliono avvicinarsi al mondo del teatro: “Studiare potrebbe essere una grande opzione, una grande possibilità, perché poi molti dicono che oggi si va avanti per conoscenze, per amicizia, per appoggi politici, raccomandazioni. Sì, tutto vero, ma se uno studia se la gioca con le sue carte, cerca di fare il massimo che può fare in maniera pulita. Lo studio significa rafforzare sé stessi e giocarsela, a prescindere dalla politica dello spettacolo. Per cui una cosa che posso consigliare a un giovane è di studiare, costruire se stesso in maniera più solida, più ampia, capendo che fare spettacolo significa anche essere degli operatori culturali, quindi essere persone che conoscono la storia dello spettacolo, del teatro, della musica”.

Infine, i progetti futuri e la voglia di tornare in scena una volta finita l’emergenza Coronavirus: “Abbiamo intenzione di riprendere quello che abbiamo dovuto interrompere, cioè la promozione di questo disco che è fatta da tanto live, tante serate in giro per tutta Europa, perché noi amiamo portare la musica in giro per tutta l’Europa. Negli ultimi anni abbiamo lavorato a New York, tantissimo in Francia, a Dubai, per cui siamo in una visione della musica non italo-centrica, per noi un linguaggio che va al di là delle singole culture, interculturale. Per cui speriamo di poterli realizzare, li abbiamo già programmati, bisogna vedere quando si fermerà questa emergenza e quando si potrà tornare alla normalità e portare la nostra musica e il nostro progetto discografico ovunque sia possibile farlo. Sentiamo molto forte la mancanza dello spettacolo, prima ci sembrava tutto ovvio, scontato, adesso apprezzeremo ancor di più il fare spettacolo”

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