Il treno del passato ci porta alla sua settima fermata. Estate 2004. La Serie A viene ufficialmente allargata a 20 squadre e i club italiani sono agguerriti sul mercato per rinforzare i loro organici in vista dell’importante novità. Valzer di allenatori tra le big: Fabio Capello, dopo quattro annate positive alla Roma, si siede sulla panchina della Juventus per sostituire un Lippi destinato a vestire i panni di CT della Nazionale italiana; la Roma affida a Cesare Prandelli la difficile eredità di Capello (dovrà dimettersi dall’incarico prima dell’inizio del campionato a causa della grave malattia che colpirà la moglie); l’Inter sceglie invece Roberto Mancini, fresco vincitore della Coppa Italia con la Lazio (la cui estate sarà caratterizzata dall’insediamento di Claudio Lotito alla presidenza), per ripartire dopo il deludente quarto posto dell’anno precedente. L’Europeo sarà caratterizzato dalle sorprese, con la Grecia che contro tutto e tutti si aggiudica il torneo trascinata dai gol di Charisteas vincendo in finale contro i padroni di casa del Portogallo: in compenso, tra i lusitani, nascerà la stella di Cristiano Ronaldo, ai tempi appena diciannovenne. Un’estate, a livello sportivo, che per la Grecia si rivelerà indimenticabile: le Olimpiadi infatti si svolgono proprio nella capitale greca, ad Atene. Olimpiadi che vedono trionfare nel medagliere gli Stati Uniti con 36 ori, 39 medaglie d’argento e 27 medaglie di bronzo, mentre l’Italia si deve accontentare dell’ottavo posto (quarta miglior nazione europea). Colonna sonora di quell’Olimpiade fu uno dei successi di quell’estate, il duetto tra Tiziano Ferro e Jamelia dal titolo Universal prayer. Ma non fu l’unica grande hit di quella stagione musicale: analizziamo insieme, come di consueto, il panorama musicale italiano e internazionale di quell’estate.
La 2004 fu un’estate con tante grandi hits ma senza un vero e proprio tormentone. Una stagione d’oro per Tiziano Ferro, perché oltre al duetto olimpico con Jamelia porterà al successo anche la sua ballad Non me lo so spiegare, che bissa il successo in primavera di Sere nere, e la versione italiana del brano dei Blue Breathe Easy, dal titolo A chi mi dice. Non sarà però l’unico brano di successo della boyband britannica ai tempi più amata dalle teenagers in quell’estate: a giugno entrerà in rotazione radiofonica Bubblin’, quarto singolo estratto dal fortunato album Guilty. Quell’estate fu trionfale anche per altri tre big della canzone italiana: Zucchero, che vince il Festivalbar con Il grande Baboomba (in collaborazione – una delle tante presenti nel disco di duetti Zu & Co – con Mousse T., protagonista di quell’estate anche con la sua Is it ‘cos I’m cool, in cui riprende la sua fortunata collaborazione con Emma Lanford), Biagio Antonacci, che sempre al Festivalbar si aggiudica il premio Album dell’anno per il grande successo riscosso da Convivendo parte 1, trainato in quell’estate dal grande successo della tracklist, e Vasco Rossi, che si mantiene in testa alle classifiche dei dischi più venduti per tutta l’estate con Buoni o cattivi, la sua Come stai (grazie anche all’aiuto dello spot Vodafone di quella stagione a cui ha fatto da colonna sonora) si rivela il brano più trasmesso dalle radio nel periodo tra giugno e settembre 2004, e il suo tour registra il tutto esaurito in tutti gli stadi italiani ancora una volta. Il Festivalbar premia, tra gli italiani, anche il ventiseienne abruzzese Luca Dirisio, eletto Rivelazione dell’anno grazie al successo della sua Calma e sangue freddo. Altri grandi successi italiani pop di quell’estate sono Pigro di Pino Daniele, Lo strano percorso di Max Pezzali (primo singolo ufficiale del cantautore pavese senza gli 883), Prendimi così di Piero Pelù, In tutti i miei giorni di Raf, Ci sarai di Francesco Renga, Vengo dalla luna di Caparezza, Il mondo che non c’è di Simone Tomassini, Ti porto in Africa di Mango e Senza dubbio degli Articolo 31. La palma di “tormentone trash” se la aggiudica invece Teo Mammucari con Anvedi come balla Nando, arrivata al successo grazie alla trasmissione Libero condotta proprio dallo stesso Mammucari. Nella dance trionfano i Paps’n’Skar con Stasera (la luna) e Gabry Ponte in duetto con Little Tony con Figli di Pitagora.
Per quanto riguarda le hits internazionali di quell’estate, abbiamo già avuto modo di parlare del grande successo dei Blue, arrivati nel 2004 all’apice del loro successo, ma il Festivalbar premierà nella sezione artisti internazionali il newyorkese Eamon con Fuck it: il successo della canzone farà parlare di sé per la presenza di ben 34 parolacce. Verrà poi pubblicata una versione italiana, dal titolo Solo, scritta da J-Ax, nella quale invece di volgarità non vi è alcuna traccia. E’ anche l’estate in cui l’Italia conoscerà due band che negli anni a venire diventeranno di punta nel panorama internazionale: i Muse (Time is running out) e i Maroon 5 (This love). Così come Pharrell Williams, ai tempi leader dei N.E.R.D. (She wants to move). C’è poi chi come i Black Eyed Peas, si è già fatto conoscere prima di quell’estate ma che nel corso della calda stagione azzecca il quarto singolo su quattro (Let’s get it started è la continuazione del successo dei predecessori Where is the love, Shut up e Hey Mama). Da segnalare, infine, il boom della musica internazionale al femminile: grande successo riscuotono infatti in quell’estate Alanis Morissette (Everything), Britney Spears (Toxic), Avril Lavigne (Don’t tell me), Norah Jones (Sunrise), Anastacia (che piazzerà ben due hits, ossia Left outside alone – colonna sonora in Italia dello spot Wind – e Sick and tired) e una giovane Amy Winehouse (Stronger than me).
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