Venerdì 17 in Italia, non è un giorno come un altro per i più superstiziosi, ma da dove nasce questa credenza?
Se nel resto del mondo, questo giorno non rappresenta nulla di particolare, in Italia il giorno 17 che combacia con il venerdì è una connotazione più che sfortunata, quasi soprannaturale che coincide proprio nella giornata di oggi, venerdì 17 febbraio 2023.
Riguardo la sua origine vi sono diverse versioni che trovano le proprie radici nell’antichità:
- Il numero 17 nella lingua degli antichi romani si scriveva “XVII”, che anagrammato diventava “VIXI”, ovvero “Vissi”, inteso come “La mia vita è finita”, “sono morto”.
- Sempre nell’Impero Romano prende vita la seconda ipotesi che guarda una delle sue più gravi sconfitte, nel IX secolo d. C. in occasione della battaglia nella foresta di Teutoburgo contro i Germani, tre intere legioni di romani vennero annientate. Si trattava delle legioni numero 17, 18, 19: da allora questi numeri non vennero più utilizzati per indicare una legione romana.
- Di origine greca è la terza ipotesi che vede il numero 17 disprezzato perché collocato tra il 16 e il 18, entrambi considerati dei numeri puri.
- Ma l’unione che unisce a questo numero sfortunato il venerdì ha origine bibliche in quanto si indica il giorno 17 del secondo mese come data di inizio per il diluvio universale e il venerdì al giorno della morte di Gesù.
Italia e scaramanzia
Tutte queste spiegazioni tramandate di generazione in generazione rientrano nel grande quadro della scaramanzia che, nonostante i grandi passi avanti fatti dall’umanità e dalla scienza, trova ancora oggi terreno fertile.
Il legame stretto con la religione spiega paradossalmente come mai tali credenze siano rimaste radicate per così tanto tempo, soprattutto in Italia, come ad esempio proprio questa correlazione cristiana con qualsiasi cosa cada di venerdì, dai matrimoni, alle partenze e alle nascite.
Nonostante queste forme di superstizione trovino origine in epoche lontane, la specie umana sembra non volerne fare a meno probabilmente per proteggersi da alcune paure, in un senso di difesa davanti gli imprevisti della vita.
Ma la scaramanzia non ha il solo scopo di schivare gli imprevisti bensì, anche a propiziare il successo e anche per questo esistono delle ragioni concrete, in quanto ad esempio l’iconico ferro di cavallo se trovato, poteva essere davvero una benedizione, perché appartenendo ai nobili e più agiati, questi, per sfarzo erano ricoperti d’oro.
Allo stesso modo alcune superstizioni arrivate a noi fino ad oggi, avevano invece scopi di utilità, come tenersi alla larga da cortei funebri, oggi è idea diffusa farlo per scaramanzia ,ma, un tempo era consigliabile per evitare il diffondersi di epidemie nella popolazione, dove la disponibilità di medicine era carente e quindi evitare il contatto dal defunto malato era la miglior soluzione.
La superstizione nel mondo
Sebbene l’Italia sia uno dei Paesi simbolo di riti scaramantici, superstizioni e credenze, anche nel resto del mondo continua ad esserci un attaccamento ma con numeri e soggetti differenti.
Nei paesi anglosassoni il numero “iellato” è il 13 che si attribuisce tradizionalmente al numero dei partecipanti nell’Ultima Cena, da cui sarebbe scaturito la consuetudine di evitare banchetti di tredici persone, pena la morte entro breve del tredicesimo invitato. Così come per il mondo spagnolo e latino-americano, associato al martedì 13 perché il martedì nell’antichità romana era legato a Marte, dio della guerra, e quindi considerato un giorno sfortunato.
In Australia, invece, tra i numeri associati alla sfortuna c’è l’87. La superstizione riguarda soprattutto il cricket. A crearla sarebbe stato Keith Miller, una vecchia gloria di questo sport, che aveva individuato in questo numero una serie di disgrazie avvenute sui campi di gioco.
In Giappone invece sono considerati numeri sfortunati il 4 e il 9 perché altri modi di pronunciare questi numeri rimandano rispettivamente alla parola “morire” e “cadavere”.
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