- il sistema di monitoraggio alla partenza (Moving Off Information System, MOIS);
- il sistema di informazione sui punti ciechi (Blind Spot Information System, BSIS);
- il sistema di informazione sulla retromarcia (Reversing Information System, REIS);
- il sistema intelligente di assistenza alla velocità (Intelligent Speed Assist , ISA);
- il rilevatore di stanchezza e reattività del conducente (Driver Drowsiness & Alertness Warning, DDAW);
- il sistema di monitoraggio della pressione degli pneumatici (Tire Pressure Monitoring System, TPMS).
L’ attività di sviluppo in tutte le aree relative alla sicurezza devono prevedere uno sforzo maggiore per lo sviluppo di sistemi già presenti, ma perfezionabili ed adattabili ai diversi mezzi, siano essi auto, pullman, camion. La sicurezza stradale è una priorità e le nuove tecnologie consentono sistemi sempre più sofisticati per tutti i mezzi circolanti.
Si tratta dei famosi ADAS per la sicurezza attiva per proteggere gli utenti vulnerabili della strada, grazie anche a requisiti di sicurezza più severi sia in città che su strade extraurbane per le auto, ma anche per i veicoli pesanti. Il supporto alla guida riducono le conseguenze degli errori umani.
La Visione Zero:
Secondo quanto deliberato con la ‘visione zero’ a Bruxelles tutti questi pacchetti normativi hanno lo scopo di portare vicino allo zero assoluto il numero di incidenti stradali legati al mondo dei trasporti umani, del trasporto merci e commerciale in genere. C’è anche una data limite per raggiungere il target, ossia il 2050.
Una normativa a tutela dei pedoni e dei ciclisti negli impatti si parla da oltre un decennio, la novità è che il Regolamento 2019/2144 prescrive nero su bianco di dotare i veicoli di sistemi specifici, estendendo formalmente per la prima volta l’ottica della protezione al di fuori dell’abitacolo. Si tratta di un aggiornamento del regolamento (CE) 661/2009 sulla sicurezza generale e il regolamento (CE) 78/2009 sulla sicurezza dei pedoni, oltre che il regolamento (CE) 79/2009 sulla sicurezza dei veicoli alimentati a idrogeno.
La normativa è recepibile ed adattabile ai veicoli elettrici, cosa che appare lungimirante.
Un capitolo a parte del Regolamento si occupa dei veicoli a guida semi-autonoma e autonoma per i quali si elencano i sistemi che sostituiscono il conducente nel controllo del veicolo, i sistemi di informazioni in tempo reale sullo stato del veicolo e sulla zona circostante, i sistemi di monitoraggio della disponibilità del conducente, sistemi miranti a fornire informazioni sulla sicurezza degli altri utenti della strada e infine i registratori di dati di evento per i veicoli automatizzati.
E per quanto riguarda le revisioni? Se lo scopo delle revisioni è l’accertamento dell’efficienza del veicolo ai sensi dell’inquinamento e della sicurezza sarà inevitabile che tali sistemi vengano prima o poi sottoposti a verifica di conformità. La guida assistita o autonoma, infatti, deve necessariamente far conto sull’efficienza dell’intero sistema dei cui parametri il “pilota automatico” tiene conto per comandare una frenata, una sterzata o un’accelerazione. Se i parametri non sono più quelli, la sicurezza diventa inevitabilmente a rischio. Il regime delle revisioni avrà sviluppato i necessari adeguamenti. La guida autonoma è una realtà in pieno sviluppo. Le auto/mezzi di trasporto non saranno guidate, ma saranno loro a portarci. Da una parte la cosa ci potrebbe/dovrebbe garantire maggiore sicurezza, dall’altra trasmette una certa inquietudine e senso di limitazione. Però è lo sviluppo e non va arrestato, se porta benefici alla società, aldilà della passione della guida (che probabilmente verrà lasciata come opzione).
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