Alfa Giulia, un’italiana vera [prova su strada e galleria]

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Può un’auto essere l’identificazione di uno stile, di un Paese? Per assurdo sì. In questo paragone un po’ strano si racchiude tutto ciò che ho provato alla guida della nuova Giulia. Gli italiani,  si sa, sono un popolo di navigatori (su internet) di santi (pochi) e di poeti (troppi). Nei secoli siamo stati rappresentati da molti artisti e scienziati. Estro e fantasia sono la sintesi della nostra indole. Le regole ci vanno strette e anche il temperamento è altalenante, al contempo  bizze e picchi esaltano il nostro calore. La Giulia è una rappresentazione del nostro carattere. Un concentrato di tecnologia, di architetture, un gran temperamento. C’è tutto quello che è noto e c’è una forte personalità. La perfezione non è cosa nostra, ma ciò che mostriamo al mondo è unico e caratterizzante. La Giulia nel panorama automobilistico è unica.

Un’Italiana vera insomma. Presenta pregi e difetti, ma è fantastica anche per questo. Non voglio apparire per forza Nazionalista, anzi normalmente tendo a dare addosso con grosse critiche per quei ricordi che vanno al tempo che furono e portano il nome di Alfetta, Giulietta, Lancia Delta, Thema. Icone, ricordi di anni gloriosi. Anche quei prodotti non erano esenti da critiche difetti, ma erano macchine che mostravano personalità distintiva. Dopo tanti anni di auto anonime c’è ora nelle nostre strade una vera vettura, nata da una sfida, nata con il cuore italiano.

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L’ho ritirata in concessionaria il 21/06/2016 alle ore 17.45. Avevo a disposizione una fiammante Giulia 2.2 Tdi 150 Cv. Appena salito, ho respirato l’idea stessa che l’auto vuole dare. Il pilota è al centro delle sue attenzioni. Un Rinascimento automobilistico. tutto è rivolto a me. Concentrazione massima è offerta da tutti i dispositivi che non distraggono, ma anzi coadiuvano ogni azione. Gli spazi e le forme dei supporti fanno pensare ad un prodotto che troverà il suo naturale sfogo in qualche tipo di competizione. Già al primo sguardo, l’avantreno, l’altezza dei passaruota, la rastremazione di ogni elemento dell’involucro che definisce la carrozzeria è minimale. L’auto pur avendo le dimensioni tipiche delle vetture del gruppo d’appartenenza appare piccola. Se posta vicino alla precedente 159 ci si accorge immediatamente che è destinata ad un’utenza differente. Leggera e potente. Un concetto che si ritrova in ogni caratterizzazione. Dai paraurti armoniosi, ai fari e mascherina. agli elementi in lamiera, materiale sintetico o alluminio che ne costituiscono parte del tutto, sia esterno che nascosto. Anche il carbonio è presente in ogni Giulia. L’equilibrio regna, nei pesi, nelle forme, negli elementi che la compongono.

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Non passa inosservata ovunque passi. Non è una berlina come le altre e basta poco per capirlo. Ogni dettaglio è stato pensato e strutturato come elemento unico. Al semaforo il sussulto si arresta e mi posso godere il flusso del climatizzatore. Le regolazioni attraverso al joystick sono molto semplici ed intuitive e contemporaneamente è ora possibile usare l’autoradio senza dover sospendere una funzionalità rispetto alle altre (come avveniva solo pochi anni fa in altri modelli ove ci fossero gli schermi digitali che includessero troppe funzioni). Sul tunnel, invasivo ma comodo davanti è facile raggiungere tutti i comandi. Il joystick centrale permette di passare con rotazione e premendo da un menù all’altro. C’è il comando semplicissimo dell’autoradio (alla destra) le cui informazioni sono riportate nello schermo davanti al pilota. e c’è il terzo comando che imposta le tre tipologie di guida previste, che variano consistentemente la risposta dell’auto per carattere e risposta di tutti gli organi. Ogni impostazione viene identificata sulla plancia da un colore diverso e sul pannello centrale viene riportato il grafico su una Giulia in trasparenza. Molto d’effetto la plancia. Bella e ben fatta in ogni parte. Ci sono delle piccole sbavature e incongruenze, ma tutta la zona interna è sobria ma d’effetto.

Dietro non si sta troppo comodi. In due la situazione è accettabile, ma al centro c’è il tunnel. I poggiatesta posteriori sembrano finti e sulla cappelliera (inspiegabilmente rigida) ci sono gli attacchi per i seggiolini (isofix). Nei sedili sono annegati, ma nemmeno troppo gli attacchi delle cinture, non proprio bellissimi a vedersi. Per il resto la sensazione nuova a bordo è di stare davvero su una vettura sportiva, nel tipico vero e “vecchio” stile Alfa. si sta bassi e distesi quasi e guidarla è stata una vera goduria. Il motore è silenziosissimo e potente, il cambio (manuale 6 marce della prova – ma c’è anche a doppia frizione automatico – consigliato) ha avuto qualche impuntatura, nella seconda marcia e quarta, m può darsi che mi dovevo abituare io alla frizione – leggera. Ottimo lo sterzo in ogni condizione. In manovra ce la siamo cavata benino (avrei preferito lo schermo più grande).

Bella ben fatta. All’esterno le saldature di un tempo sono un vago ricordo, se aprite gli sportelli e guardate i giro-porta sono perfetti. Guarnizioni e vetri, sistemi di fissaggio porte, maniglie (comodissimo il sistema di prossimità e l’ormai classico sistema di chiusura – la chiave un po’ meno troppo grande). Le gomme generosissime con freni rossi danno proprio l’idea di ciò che abbiamo davanti.

Mi aspetto a breve il suo debutto in qualche categoria del DTM o Campionato granturismo in genere.

Per concludere una nota da poco segnalata dallo stesso gruppo FCA:

La Giulia si è aggiudicata cinque stelle EuroNCAP,

Telaio e scocca leggeri e resistenti hanno reso possibile tale traguardo. Le sospensioni Alfa-Link che tengono l’auto come su binari e permettono l’inserimento in curva in maniera piatta e decisamente veloce, oltre a garantire un’ottima tenuta in curva e in ogni condizione di asfalto. Lo sterzo è diretto e leggero. Bello il volante, piccolo e dotato di tutti gli strumenti ormai diffusi per un supporto multimediale.

I sistemi integrati per la sicurezza poi sono presenti nella vettura con nomi difficili ma molto importanti:

L’Integrated Brake System (IBS), che riduce   lo spazio di frenata – parte integrante del più noto ABS

Forward Collision Warning (FCW), l’Autonomous Emergency Brake (AEB) con funzione di riconoscimento pedone, il Lane Departure Warning (LDW) e il Blind Spot Monitoring (BSM) con funzione di Rear Cross Path Detection, sistemi che integrano le nostre attività, che supportano in caso di distrazioni e garantiscono sicurezza per chi è a bordo, ma anche per chi si muove intorno a noi.

Vi consiglio una prova su strada.

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