Tanti anni fa quando è arrivata la possibilità di scrivere di auto, la mia passione, mi era venuto in mente di raccontare una vicenda di condivisione di piattaforme e tecnologie (al tempo un’innovazione) che aveva coinvolto due brand di un certo spessore, la FORD e la Svedese VOLVO.
La cosa particolare era proprio il fatto che un produttore da sempre famoso per la sicurezza attiva e passiva avesse adottato un pianale di derivazione della berlina di maggiore diffusione nel segmento delle medie, cioè la Ford Focus. Da una parte ciò era anche un ottimo biglietto da visita del modello più diffuso del marchio Tedesco/Americano. Al contempo Ford che era impegnata nei Rally con questa vettura (poi sostituita dalla Fiesta, più leggera ed elastica) portava in dote una piattaforma che era anche una garanzia per affidabilità e successivi sviluppi (dalla stessa piattaforma nacquero poi anche un altro modello Mazda). Al tempo comunque Volvo faceva parte (era controllata) da Ford, ma per vicissitudini economiche l’aveva ceduta ai cinesi della Geely.
L’auto che comunque era nata da questa fruttuosa e continuativa collaborazione (già la precedente V30 aveva visto uno studio congiunto dei Brand) era una berlina moderna e con una linea quasi da coupè/Station. Un doppio spirito in realtà che riuniva uno stile personale, rispettoso al contempo delle forme e soprattutto dello spirito Volvo. Presentata a Ginevra nel 2012 era una 5 porte davvero molto interessante e il Mercato le diede la giusta affermazione.
La meccanica era quella della Ford Focus, sia i motori, ma anche il comparto sospensioni, anche se personalizzate nella geometria e taratura per una risposta differente. È una berlina compatta a due volumi e cinque porte ( bagagliaio 335/1032 lt)e all’esordio offre motori di origine PSA: due turbo a benzina (1600 da 150 o 179 CV e 2500 da 254 CV) e due turbodiesel (1600 da 114 CV e 2000 da 150 o 177 CV). Viene proposta anche la configurazione Cross Country, con assetto rialzato, paraurti ridisegnati e protezioni per la carrozzeria.
Nel 2013 la gamma a benzina si espande verso il basso, con l’arrivo di un 1600 turbo da 120 CV, mentre sulla Cross Country diventa disponibile la trazione integrale. Nel 2014 il 2000 a gasolio viene sostituito da una nuova unità con la stessa cilindrata, ma 190 CV e omologazione Euro 6. Nel 2015, tutti i motori diventano 2000 ed Euro 6: i benzina hanno potenze comprese tra 122 e 245 CV, i diesel da 120 a 190 CV.
Nel 2016 la gamma della VOLVO V40 beneficia di aggiornamenti estetici esterni – luci a led di diverso disegno e mascherina a elementi verticali – e nuovi rivestimenti interni. La gamma motori subisce variazioni importanti e vengono adottate unità di progettazione Volvo: 2 litri a benzina da 122, 152, 190 e 245 CV; 2 litri diesel da 120, 150 e 190 CV; 1,5 litri a benzina da 122 e 152 CV). La V40 esce dai listini italiani nel 2020.
Come da tradizione, particolare attenzione è dedicata alla sicurezza passiva e attiva. Tra le dotazioni più significative delle quali disponeva questo modello sin dall’inizio della sua produzione (cosa non scontata per la categoria d’appartenenza del tempo), l’airbag per pedoni e ciclisti, tra il parabrezza e il cofano motore, telecamera a tecnologia laser che individua un eventuale ostacolo (Cross Trafic Alert) e aziona automaticamente i freni se il veicolo procede a una velocità inferiore a 50 km/h, oltre, come sempre, Abs, sei air-bag e sistema di pretensionatore delle cinture di sicurezza, oltre ai poggiatesta attivi e fari full-led. Per il tempo le carrozzerie erano rinforzate con barre antiintrusione nelle portiere. Differenze che erano “sostanza” rispetto alla concorrenza.
Dal 2010 la Volvo è parte della holding Geely Automobile.
La strada delle alleanze, in un mondo globalizzato e che cambia alla velocità della luce, è la via maestra per permettere a un’azienda di adattarsi alle evoluzioni del mercato e della tecnologia. L’autonomia industriale che la Volvo ha acquisito in questi ultimi anni è tale che non si sono rese necessarie cooperazioni come in passato.
Oggi una Volvo è una vettura “autonoma”. È questa indipendenza sostanziale ha permesso lo sviluppo di una gamma di vetture elettrificate che nel volgere di pochi anni al traguardo, ambizioso e indispensabile, di una gamma totalmente a zero emissioni.
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