Le auto ibride sono il fenomeno del momento. Mentre una trentina di anni fa, si puntava sull’auto veloce, è subentrato poi il periodo della economicità e dei consumi ridotti. Negli anni novanta si è poi imposta la consapevolezza di quanto le auto potessero migliorare in termini di sicurezza attiva e passiva. Sono arrivate le auto piene di sistemi di sicurezza, prima meccanici e poi elettronici. Nel nuovo secolo la maggior parte delle vetture di medio-piccola e grande categoria, hanno elementi e funzionalità integrate. Oggi, attraverso i nuovi sistemi e con l’infotainment, l’elettronica controlla e assiste, permette d’interpretare le situazioni ed agire di conseguenza a tutela della tenuta in strada, nella frenata e nella gestione dello sterzo e della trazione. Le auto moderne sono in grado di comunicare e navigare in internet. Tutto grazie a sistemi e applicazioni integrate nei sistemi operativi di bordo che si interfacciano con il pilota attraverso i grandi display sempre più facili da usare. Ma l’evoluzione non si arresta. I sogni degli attuali automobilisti si spingono oltre. Il futuro è elettrico. Un po’ per ridurre il consumo delle risorse petrolifere, abbassare l’inquinamento e quindi tutelare l’ambiente, un po’ per ridurre i costi di gestione tutti i produttori di autovetture si stanno indirizzando verso la trazione ibrida. Il propulsore deve combinare i due motori: termico con quello elettrico che ne coadiuva e integra la spinta.
I nuovi telai, dei modelli di prossima uscita, tipo la: Volkswagen ID. o la nuova Fiat Punto 2017 sono già studiati per l’integrazione degli elementi propri delle diverse trazioni. Pacchi batterie possono essere sostituiti, smaltiti o riutilizzati per non creare nuovi tipi di inquinamento. L’elettrico vuol dire ripensare tutta l’auto oltre alla spinta. Varia anche il sistema di trasmissione. Già alcuni modelli come la Peugeot 3008/Lexus Rx 450h- hybrid prevedono una trazione integrale che si basa su un sistema completamente nuovo.
Il sistema prevede che una propulsione (termica) che spinge sull’assale anteriore ed una (elettrica) sul posteriore, così d’avere anche, quando ce ne fosse bisogno una trazione integrale per terreni a bassa aderenza.
Anche i pannelli solari hanno una integrazione nella carrozzeria così da supportare funzioni secondarie e ridurre l’uso della batteria anche quando l’auto è ferma.
In questo nuovo panorama si inseriscono vecchie e nuove protagoniste: Toyota è sicuramente il marchio con maggiore esperienza nel settore. Tra i marchi europei Bmw è quella che ha sfornato maggiori modelli. Ma c’è un costruttore coreano che non vuole rimanere indietro anche in questo campo. Dopo aver avuto una crescita inarrestabile nelle vendite e nella qualità ora il marchio Hyundai è pronto alla nuova sfida.
La Hyundai Ioniq è una nuova vettura che combina i due sistemi di propulsione e aggiunge una serie di innovazioni che ne meritano menzione tra i nuovi modelli che dobbiamo menzionare in questa disamina. Rispetto alla Toyota Prius I è sicuramente un modello più nuovo che ne ha sfruttato l’esperienza e ne ha preso spunto per migliorare ed offrire un prodotto nuovo (non che Toyota sia stata a guardare – ne parliamo più avanti).
La Ioniq ha un design che riprende e supera quanto visto tra i modelli hybrid (che hanno una aerodinamica più spinta e una meccanica, che combina un motore a benzina aspirato da 105 CV che lavora insieme ad un propulsore elettrico da 43 CV (che lavora sulle ruote posteriori). Le batterie da 1,56 kWh ai polimeri di litio allo stato solido sono posizionate sotto i sedili posteriori. Dal 2019 ci sarà anche una versione completamente elettrica sarà dotata di una batteria agli ioni di litio capace di garantire una potenza di 120 CV e oltre 250 km di autonomia. Rispetto alla capostipide di tutte le Hybrid, la coreana può vantare un interno molto più rifinito, ottime sospensioni e un cambio automatico a doppia frizione di grande qualità.
Abbiamo detto che c’è una ricerca aerodinamica molto spinta, ciò se da una parte permette un coefficiente d penetrazione di CX 0,24, di contro comporta un compromesso per ciò che riguarda la accessibilità, visibilità e bagagliaio.
Al recente salone di Los Angeles è stata ri- presentata anche l’ultima versione della Prius II: la Toyota PHEV (Plug-in Hybrid Electric Vehicle) Prius Plug-in.
La Prius Plug-in con propulsione duale motore/generatore, (il motore a benzina è un VVT-i da 1,8 litri, 4 cilindri a ciclo Atkinson) nel quale il motore elettrico e il generatore producono coppia, incrementando l’accelerazione e la potenza complessiva. Il nuovo sistema PHEV tende al risparmio e al minimo l’utilizzo del motore termico in tutte le fasi di marcia. Ma anche la frenata rigenerativa può immagazzinare l’energia recuperata nelle frenate o in decelerazione, riducendo ulteriormente i consumi. Ancora però non è arrivata nei concessionari…
Di altro stile e impostazione generale è la nuovissima Toyota C-HR. La nuova Toyota strizza l’occhio alla moda. E’ sullo stile dei moderni Crossover e avrà una sicura diffusione, per contenuti e linea davvero riuscita. Abbiamo anticipato qualche tempo fa specifiche tecniche: C-HR L’evoluzione della specie. E di vera evoluzione ne abbiamo la conferma per i tanti contenuti innovativi che in quest’aut ritroviamo. Dai propulsori 1.8 HSD (122 Cv) E-CVT + Hybrid (c’è anche una versione 1.2 turbo da 115 Cv (ma senza Hybrid).
A breve spero di potervi parlare della prova di questi ultimi due modelli su strada, (Ioniq e C-HR) che avranno – per caratteristiche differenti – un sicuro apprezzamento a livello di utenza, per costi (finalmente alla portata) e per innovazioni e appeal.
Comunque, il futuro è qui, bisogna guidarlo.
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