Venerdì della scorsa settimana presso la Casa d’Aste Artcurial a Parigi hanno battuto la cifra Record di 23 milioni di Dollari, per una splendida Ferrari 250 GT Spider Nera appartenuta all’attore francese Alain Delon. Venduta nel 1971, passata di proprietario in proprietario, fino ad arrivare ad un noto imprenditore che l’ha praticamente tenuta inutilizzata per quarant’anni. Ora acquistata da chissà quale personaggio in possesso delle capacità finanziarie per farla restaurare, tornerà all’originario splendore, e potrà nuovamente far bella mostra di se per le strade di chissà quale città, o poi finire in qualche museo, nuovamente venduta a suon di milioni di dollari.
Ma la 250GT non è questo, è una serie di linee di forme tracciate, scolpite nella lamiera a definire sinuosità che hanno fatto la storia, che sono diventate riferimento, per molti anni per le granturismo. La 250 GT è sinonimo di sportività di prestazioni e bellezza automobilistica. E’ stata definita la più bella di tutte le Ferrari. Quella che ha battuto tutti i record, “Colei” che con i suoi numerosi modelli detiene un numero di palmares ancora ineguagliato, per una vettura stradale. Nata nel 1952 ha avuto una costruzione artigianale. Gli esemplari tutti carrozzati dai più famosi artigiani italiani da Ghia a Zagato, Touring, Vignale, Bertone fino a Pininfarina, non facevano in tempo ad essere assemblati che venivano acquistati dai ricchi appassionati.
Il motore, ovviamente è un 12 cilindri, grande e di una bellezza ingegneristica ineguagliabile per il tempo. Era quello della Testarossa trapiantato su questa berlinetta. 12 cilindri a V inclinati a 60°. Alesaggio 73mm Corsa 58,8 mm; cilindrata 2953 cc Rapporto di Compressione 9.2:1; Potenza massima 280 CV a 7000 giri/min. Un motore potente, con un grande vocazione sportiva.
Tale vocazione si concretizzò in una serie di vittorie nelle competizioni più classiche del tempo. Fu definita “Tour de France” per le tante vittorie registrate alla gara Transalpina.
Il primo a carozzare la 250 S fu Vignale che partecipò e vinse alla Mille Miglia. Successivamente alla S nacque ma 250MM affidata ad un’altra carrozzeria, la Pininfarina. Questa venne anticipata da una barchetta da competizioni, che ne anticipava forme e contenuti. Anche Vignale operò e fece la sua 250S Pininfarina, con questa vettura, divenne la carrozzeria preferita dalla casa di Maranello. Il fiduciario stilistico per eccellenza. Da questa alleanza nacquero dei modelli eleganti: una versione Cabriolet e la spider California (1957-1960). Ci fu poi la versione berlinetta a passo corto e la GT 2+2. Prodotta in 950 esemplari , la più venduta ed elegante. Dopo la MM, ci furono ancora la 250 Monza e la 250 Testarossa, che partecipò è vinse tre edizioni della “Le Mans”,quattro alla12 Ore di Sebring e due alla 1000 km di Buenos Aires. C’è poi la 250 GTO/64 della quale furono prodotti solo 39 esemplari, ci furono infine le 250P e 250LM, che parteciparono alle competizioni in veste di prototipi.
La storia della 250 vede ulteriori sviluppi, allungamento del passo e carrozzerie ed interni rivisti, migliorati per clientele facoltose ed esigenti. Resterà il sogno per molti e resta tutt’oggi una chimera per il molti appassionati di auto storiche. Le successive varianti Europa GT, 250 Gt Boano Ellena; 250 Berlinetta “Tour de France”; la 250 GT Spider a passo corto; Ulteriori sviluppi portarono, oltre ad aumentare il passo alla versione 2+2 la GT/E e la GT Lusso. Tante e varie per l’epoca, numeri piccolissimi per la nostra epoca superindustrializzata. Gli esemplari erano in tiratura limitatissima. Per uno stesso modello ci potevano essere molte varianti.
L’acquisto della vettura di cui all’inizio dell’articolo, e la relativa cifra d’acquisto, ci portano alla memoria di un ‘altra memorabile spesa effettuata nel 2012 quando: una Ferrari 250 GTO, più precisamente il telaio 5095 GT (famoso negli anni per le numerose partecipazioni a competizioni e moltissime vittorie) ha cambiato proprietario per 24 milioni di euro. Il venditore, Jon Hunt, l’aveva comprata nel 2008 sborsando 18,1 milioni di euro. Ignota l’identità del nuovo proprietario.
La Ferrari non finirà mai di stupire.
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