Maserati Grecale, un cigno che canta ancora e bene, e dà valore ad un Brand

Dal punto di vista del design, questo nuovo “piccolo” Suv Maserati offre un design che e un’interpretazione più moderna dello stile Maserati. Rispetto alla Levante, forme e dettagli danno proprio l’idea di maggiore leggerezza, minor rigore e grande agilità. Il modello è di una classe differente, ma nell’insieme l’auto rimane sempre di  Classe elevata. Pur essendoci una stretta parentela con l’Alfa Romeo Stelvio, dalla quale eredita il pianale “Giorgio” e non solo…, questa Grecale rimane una vera Maserati, e possiamo dirlo, è davvero bella.

Grecale rappresenta un’alternativa convincente rispetto a molti altri Suv medio-alti presenti sul Mercato. Un po’ fuori dagli schemi classici, trasmette personalità, qualità e stile anche nell’abitacolo, che è spazioso e ben rifinito, con spazio in abbondanza sia davanti che dietro.

Di questo SUV non convince la scelta del propulsore a 2.0 quattro cilindri turbo  che oltre a non essere particolarmente entusiasmante, soprattutto non rispecchia il Brand di Modena. A pensarci bene poi, con un prezzo inferiore si può acquistare  una Porsche Macan con un V6. L’unica considerazione valida in questo periodo di “downsize” ed integrazione Hybrid è che si ha un propulsore ugualmente potente e che ci traghetta verso un mondo elettrico. I cavalli in ogni caso non mancano, 330 CV e grazie alla sovralimentazione con compressore elettrico ha uno sviluppo con spinta immediata. Fortunatamente in listino c’è anche la versione V6 3.0  Biturbo da ben 530 CV, derivato da quello della Nettuno, con turbine  più piccole,  dotata di coppa dell’olio. C’è sempre l’accensione a precamera e  due iniettori e  due candele per ciascun cilindro. Entrambi i modelli sono abbinati alla trazione integrale e alla valida trasmissione automatica a otto marce, che unisce rapidità e dolcezza di cambiata.

All’interno le cose sono davvero di altissimo livello. L’abitacolo, per estetica, qualità e praticità, colpisce nel segno. Punti di forza, distintivi del modello,  il rivestimento in pelle sui sedili anteriori di supporto, il volante e le  leve del cambio in metallo montate proprio dietro sulla colonna, sembrano tutti molto costosi, mentre l’orologio personalizzabile nella parte superiore del cruscotto prende uno spunto dal classico design Maserati nell’era digitale.

Ci sono altri due schermi sotto l’orologio; un display di infotainment standard è abbastanza fluido, mentre un pannello secondario sottostante, si occupa di una serie di altri controlli. Separare le funzioni climatiche dal display principale è un’idea chiara, ma cozza con la tanto sbandierata attenzione alla guida. Per poter effettuare le regolazioni, ove non siano presenti ed utilizzati i comandi vocali, si deve togliere lo sguardo dalla strada.

Per gli occupanti invece, sul fronte comfort, c’è molto più spazio per le gambe anche per gli occupanti dei posti dietro, le sospensioni svolgono un lavoro egregio su ogni fondo. Gli ammortizzatori adattivi possono essere controllati indipendentemente dalle modalità di guida principali, così che la loro impostazione  riesce a smorzare al meglio, in ogni situazione la marcia. Il bagagliaio  è di ben 535 litri, non male in proporzione alle dimensioni esterne.

La versione Folgore di questa suv di lusso è elettrica: si riconosce dai paraurti specifici e pochi altri dettagli. La “pila” da 105 kWh a 400 Volt è alloggiata nel pianale e i due motori erogano 557 CV e 800 Nm combinati. Per la casa, l’auto scatta da 0 a 100 km/h in 4,1 secondi, tocca i 220 km/h e ha un’autonomia media di 500 km.

Abbiamo titolato un cigno per vola, speriamo non sia l’ultimo canto del cigno per la Maserati che in questo periodo di crisi vede come possibile, la scomparsa di Marchi Italiani

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