La Ferrari rinnova il suo modello “entry level”. Non lo fa solo con preziosità tecniche e tecnologie inedite, ma anche con classe e ricercatezza stilistica. Il modello più piccolo di Maranello riceve ora un un V6 a 120° con doppio turbo – per 663 CV accoppiato ad un’unità Hybrid. L’unità MGU-K, a flusso assiale con doppio rotore e singolo statore, è montata tra il cambio e il propulsore termico. La batteria, collocata sul fondo della vettura, è da 7,45 kW·h e fornisce alla 296 GTB un’autonomia di 25 km, in modalità e-drive. La potenza totale raggiunge gli 830 CV.
Ufficialmente, questa 296 GTB – il cui nome è composto – come da tradizione Ferrari – la combinazione tra la cilindrata totale (2.992 cc) e il numero di cilindri con l’acronimo GTB (Gran Turismo Berlinetta). Sarà la prima Ferrari stradale della storia spinta da un V6 e insieme a questo, c’è la presenza di un sistema ibrido plug-in (PHEV) azzera i tempi di risposta del pedale dell’acceleratore.
Enzo Ferrari, voleva che le proprie vetture potessero essere identificate già solo per il fatto di avere sotto il cofano propulsori da dodici cilindri. I successivi V8 furono un compromesso commerciale che mal digerì, ma accettò. Per i V6 progettati, venne creato un Brand, DINO – in onore del figlio Dino, morto a soli 24 anni per una malattia genetica, e che aveva partecipato allo sviluppo del V6 in questione – inizialmente destinato alle corse – le Dino furono le sole GT della Casa di Maranello, dotate di un 6 cilindri.
Affinché il V6 della 296 GTB, meno nobile sulla carta dei favolosi V8 e V12 di Maranello, potesse diventare il punto di riferimento nell’ambito motoristico moderno, gli ingegneri hanno fatto appello al meglio del loro know-how. Così, dai suoi soli 2.992 cc, riescono a trarre 830 cv a 8.000 giri, ovvero 110 cv in più del 3.9 V8 della F8 Tributo. Per raggiungere un tale livello di potenza, beneficia del supporto del propulsore elettrico da 167 CV, alloggiato tra il V6 e il cambio a doppia frizione 8, e alimentato da una batteria ricaricabile da 7,45 kWh (di cui circa 6 kWh utili).
Ma da solo, il propulsore termico eroga già 663 CV, un valore record di oltre 221 CV/l. Per arrivarci, gli ingegneri hanno dovuto svolgere un gran lavoro. Da un lato ridurre il peso del motore, con due cilindri in meno, ma al contempo cercare di compensare l’incremento del peso dovuto alla presenza del sistema ibrido: motore elettrico, batterie, elettronica, MGU-K, ecc.. Il che impone, nonostante il ridotto numero di cilindri, una massa di 140 kg superiore alla F8 Tributo. Il lavoro di affinamento e riduzione del peso ha interessato ogni singolo elemento della vettura, dai materiali del telaio, alla carrozzeria, meccanica, ma anche degli interni dell’abitacolo.
Per abbassare il più possibile il baricentro, questo V6 ha un angolo di 120° insolito, molto aperto, come già usato in F1. I due turbo sono posizionati al centro della V, nella parte superiore, mentre le prese d’aria sono nella parte esterna. Come sul 4.0 dell’SF 90, gli iniettori che erogano carburante sotto i 350 bar sono posti al centro della camera di combustione. E grazie alla sua corsa di soli 82 mm – per un alesaggio di 88 mm – questo V6 è in grado di raggiungere gli 8.500 giri/min. La coppia massima ha raggiunto i 740 Nm a 6.250 giri/min.
Nonostante i 1470 kg , con la sola trazione posteriore, la Ferrari promette uno 0 a 100 km/h in 2,9 s, e non più di 7,3 s per raggiungere i 200 km/h, ovvero tempi pari o superiori a quelli della F8. Un biglietto da visita di tutto rispetto, completato da una promessa di agilità e risposta istantanea del propulsore grazie all’unità elettrica, sia nell’uso quotidiano alle basse velocità (dove la guida può essere full-electric) quanto in pista, grazie ad una distribuzione delle masse distribuite per la massima efficienza ed equilibrio: 40,5% avanti; 59,5% dietro. Tanti poi i sistemi di controllo elettronico: gestione della coppia, differenziale elettronico, angolo di deriva da definire con manettini sul volante, come in Formula Uno – oppure in modalità automatica, lasciando la gestione alla vettura.
Lo stile della nuova berlinetta Ferrari è quanto di più personale, elegante, fluido ma anche “moderno e tradizionale” possa esserci. Non è estrema, ma molto ricercata dal punto di vista dei dettagli che vanno a definire i flussi aerodinamici, a tutto ciò che si vede, ma anche allo stile inconfondibile di ciò che non si vede o è coperto da trasparenze. C’è il richiamo alla 250 LM degli anni 60, per le prese d’aria motore – superiori, ma anche per come si chiude la linea posteriore. C’è molto dello stile introdotto dalla sorella maggiore SF90, con richiami stilistici che definiscono un nuovo family feeling. Una vettura unica, che presto avrà varianti come quella definita “Assetto Fiorano”, alleggerita di 15 kg, e con colorazioni inedite. Non è escluso il ritorno della variante GTS e Targa, ma ancora è troppo presto per dirlo.
intanto diamo qualche numero:
Misure: (lungh.×largh.×alt.)456 × 195 × 118
Motore 6 cilindri a V di 120°, a carter secco + elettrico MGU-K 2992 cc (alesaggio×corsa: 88×82 mm)
Potenza Motore: 663 CV a 8000 giri/min+167 CV Hybrid/Coppia:740 N·m a 6250 giri/min: totale 830 CV
Trasmissione: Cambio a doppia frizione a 8 rapporti. Trazione posteriore.
Sistema Frenante: anteriori: a disco da 398×223×38 mm / posteriori: a disco da 360×233×32 mm, ABS
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