Sui prodotti alternativi alla nicotina si è creata molta confusione e in aiuto arriva la rivista Science – pubblicata dall’American Association for the Advancement of Science – che ha pubblicato un editoriale a cura di esperti di salute pubblica di prestigiose Università statunitensi per fare il punto sul dibattito relativo ai prodotti alternativi a base di nicotina senza combustione (sigarette elettroniche, e-cig).
Titolo: “Evidence, alarm, and the debate over e-cigarettes”. Autori: Amy Fairchild, Cheryl Healton, James Curran, David Abrams e Ronald Bayer (Science 366 (6471), 1318-1320. DOI: 10.1126/science.aba0032)
§ Gli esperti esprimono come prima necessità quella di fare innanzitutto un distinguo tra nicotina e cannabinoidi, e poi tra prodotti del mercato legale e del mercato nero, tra adulti e adolescenti.
§ Le evidenze scientifiche sin qui raccolte inducono a sconsigliare l’adozione di azioni meramente proibizioniste dettate da allarmismi e volte a limitare tout court l’accesso e il ricorso alle e-cig da parte dei fumatori. Tali azioni infatti rischiano di sviare una tendenza che può invece accelerare la fine dell’uso delle sigarette, ad oggi responsabili del decesso di circa un miliardo di persone entro il secolo corrente.
§ I recenti casi di EVALI (E-cigarette or Vaping product use Associated Lung Injury) verificatisi negli USA, il cui agente chimico responsabile è attualmente ritenuto essere, dai Centers for Disease Control (CDC), l’acetato di vitamina E – additivo dei cannabinoidi – hanno avuto come effetto misure di proibizionismo in diversi Stati americani.
§ Negli Stati Uniti si dibatte da decenni sulla riduzione del danno come una strategia basata su evidenze scientifiche volta a ridurre i danni associati ai comportamenti potenzialmente letali, per mezzo dell’offerta di prodotti più sicuri, anche se non totalmente privi di rischi, e gli autori ribadiscono che per coloro che sono dipendenti dai prodotti del tabacco combusto, la riduzione del danno è un approccio pragmatico.
§ L’uso delle e-cig come misura di riduzione del danno si è quindi fatto strada, e se in un primo momento le evidenze scientifiche disponibili erano scarse, con il passare del tempo i dati scientifici via via acquisiti risultavano sufficientemente solidi da dimostrare che, seppur non prive di rischio, le soluzioni senza combustione sono meno dannose dei prodotti a combustione e che quindi hanno un beneficio tale da superare il danno residuo, soprattutto vista la massiccia e urgente necessità di prevenire i decessi dovuti al fumo di sigaretta.
§ Negli Stati Uniti, l’accettazione pacifica del concetto di riduzione del danno come un linguaggio condiviso per il dibattito politico è evaporata di fronte a due fenomeni: l’aumento della diffusione del vaping tra i giovani e le malattie polmonari acute, a volte fatali.
§ Gli autori condividono una forte preoccupazione per il notevole aumento del vaping tra i giovani, tuttavia suggeriscono che i benefici dei prodotti per il vaping contenenti nicotina superano i timori di arrecare danno ai giovani. I sondaggi condotti negli Stati Uniti confermano un notevole incremento delle percentuali di studenti di scuola superiore che riferiscono di aver “svapato” negli ultimi 30 giorni, dall’11,7% del 2017 fino al 27,5% del 2019, ma tale fenomeno rimane infrequente e la maggior parte degli “svapatori” (circa il 60% di chi ha provato il fumo elettronico e circa l’89% degli utilizzatori regolari) sono fumatori o ex fumatori. In contemporanea, la prevalenza del fumo tra i minori è calata molto più rapidamente negli anni di boom del fumo elettronico (2013-2019) rispetto agli anni precedenti, facendo registrare un minimo storico nel periodo in questione, un dato che suggerisce che il vaping di nicotina potrebbe sostituire il fumo anziché promuoverlo.
§ Affrontare la crescente diffusione del vaping tra gli adolescenti rimane un imperativo. Ma le misure per la tutela della salute pubblica non devono trascurare le distinzioni tra nicotina e THC, né tra i prodotti ottenuti sul mercato legale e i prodotti del mercato nero.
§ In conclusione si osserva che le stime più conservative indicano che se svapare nicotina rimpiazzasse efficacemente la maggioranza del fumo di sigaretta nei prossimi 10 anni, si eviterebbero 1,6 milioni di morti premature e 20,8 milioni di anni di vita regolati per qualità, nei soli USA. Il beneficio maggiore si avrebbe proprio nei giovani. A livello mondiale, più di 8 milioni di fumatori morirà prematuramente a causa del fumo di sigaretta (e non per la sola nicotina) soltanto nel 2019. Il beneficio potenziale di questa modalità di fornitura della nicotina (regolamentata, innovativa, senza combustione) potrebbe avere un enorme impatto positivo a livello globale.
§ I prodotti più dannosi, nell’ambito del continuum del danno nicotinico, ovvero i prodotti a combustione, dovrebbero essere regolamentati più aggressivamente e in maniera più stringente rispetto a quelli meno dannosi e non combusti. Qualsiasi politica che fallisca questa differenziazione è destinata anche al fallimento in termini di salute pubblica.
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