La morte di Rino Arisi, 65 anni, agricoltore a Perscihello avvenuta per la puntura di un’ape mentre era nei campi, ha riaperto l’allerta sulle punture di api, vespe e calabroni. Non dobbiamo infatti dimenticare che le punture di questi insetti sono tra le cause più frequenti di reazioni allergiche che coinvolgono ogni anno oltre 5 milioni di italiani. Le reazioni allergiche possono essere tra le più disparate e possono causare problemi di maggiore o minore impatto: possono provocare reazioni localizzate (dal 2,4% al 26%) o reazioni generalizzate (dall’1% al 8,9%), spesso severe, con coinvolgimento respiratorio e/o cardiocircolatorio che si possono complicare fino alla morte. Non si sa, ma sono circa 10-20 all’anno i decessi per puntura di insetti in Italia.
Il problema iniziale è saper riconoscere una normale reazione da una puntura di insetto con una reazione allergica. Proprio per questo è nata una campagna di informazione “Punto nel vivo” realizzata da 25 esperti che fanno riferimento ai principali Centri Allergologici Specializzati nella diagnosi e terapia dell’allergia al veleno di imenotteri. La campagna è patrocinata da FederAsma e Allergie Onlus – Federazione Italiana Pazienti e realizzata con il contributo incondizionato di ALK-Abellò.
Il coordinamento nazionale del gruppo Facebook (Facebook.com/puntonelvivo) è stato affidato a Marina Mauro, Coordinatore Clinico dell’Ambulatorio di Allergologia dell’Azienda Ospedaliera “Ospedale Sant’Anna” di Como con sede nel Poliambulatorio di via Napoleona.
Sulla pagina Facebook ufficiale di “Punto nel vivo” è possibile trovare informazioni semplici e pratiche per conoscere gli imenotteri, distinguere una reazione normale da una reazione allergica, valutare la sua gravità, comprendere quando è necessario avere a disposizione e come utilizzare l’adrenalina autoiniettabile, presidio salvavita, e conoscere le indicazioni ad eseguire l’immunoterapia allergene specifica, unica terapia in grado di “curare” questa allergia.
Punture di api, veste e calabroni, i consigli degli esperti:
- Se venite punti da un’ape ricordatevi che il pungiglione è seghettato e quindi rimane infisso nella sede della puntura. E’ opportuno estrarlo nel più breve tempo possibile perché questo diminuisce la dose iniettata. Aiutarsi con una punta smussa (anche l’unghia) con un movimento dal basso verso l’alto senza utilizzare pinze o schiacciarlo tra le dita poiché il sacco velenifero alla base del pungiglione potrebbe iniettare ulteriore veleno. Applicare, quindi, ghiaccio.
- Ecco quali sono i fattori che aumentano l’aggressività di api, vespe e calabroni: odori intesi come quelli di un profumo, vestiti di colore scuro, movimenti bruschi o rumori secchi quando ci ronzano intorno. Ricordatevi inoltre che i giorni ventosi ci mettono più facilmente a contatto con loro perché vengono abbassati i corridoi di volo.
- In caso di reazioni locali che durano più di 24 ore e con un diametro superiore a 10 centimetri è consigliabile una visita allergologica per stabilire se si è allergici al veleno di imenotteri. E’ indispensabile la visita allergologica nei centri specializzati per chi ha avuto una reazione sistemica. Ricordatevi che è importante eseguire le prove allergologiche non prima di 3-4 settimane dalla reazione stessa, per evitare false negatività.
- In caso di shock anafilattico mantenete la calma e allertate immediatamente il 118. Se avete con voi l’adrenalina autoiniettabile utilizzatela seguendo le prescrizioni del vostro medico. E’ importante comunque, anche se avete la sensazione di migliorare, allertare il 118 per ricevere la prima assistenza e le cure del caso che verranno proseguite in Pronto Soccorso.
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