Ancora gira l’influenza nelle case degli italiani. Quest’anno con le temperature altalenanti, caldo-freddo-caldo e poi una bella botta di freddo tante persone si sono ammalate, un po’ per la mancanza d’attenzione nel ricorrere allo stratagemma della vestizione a “cipolla”, prendendo talvolta freddo perchè vestiti leggeri, altre volte sudando e prendendo poi l’aria comunque invernale. Il virus, quello vero dell’influenza 2017/2018, come un anno scolastico, è arrivato puntuale con l’autunno per manifestarsi, ma il peggio sarebbe dovuto ancora arrivare, con il suo nuovo ceppo, nella variante B chiamato Yamagata.
Ci si aspettava che a Marzo le cose sarebbero cambiate, dopo un Natale a Letto, Un capodanno tra mal di Gola e Tosse, la nostra penisola quest’anno ha avuto il suo bel da fare con i prodotti farmaceutici. C’è stata anche la variante intestinale ed è stato tutto un fermento…
Alla base di questa virulenza c’è come accennato il virus B o Yamagata – particolarmente resistente e che obbliga a un periodo di malattia piuttosto lungo e limitante. I picchi influenzali hanno fatto raggiungere ai malati temperature molto elevate e a farne le spese sono stati principalmente giovani ed anziani.
#Influenza, #Yamagata, è un virus che di fatto gli epidemiologi attendevano. E’ una variante dell’Influenza virus A sottotipo H1N1, che ha colpito tantissime persone alla fine del 2017 e inizio 2018. Con il clima che sembrava già prossimo alla primavera si pensava che il peggio fosse passato, invece è arrivato il #virus #yamagata. Noto anche come Virus influenzale A sottotipo H3N2 (e il vaccino somministrato non sembra assicurarne una protezione completa).
I soggetti a rischio di questa seconda variante restano sempre le persone che stanno più facilmente a contatto tra loro, e che si rimpallano il virus, cioè i giovani, e gli organismi più debilitati degli anziani, che sono una più facile preda.
A dicembre, con la prima ondata, si è presentata forte la sindrome che si manifestava con fastidi intestinali. In questi casi importante l’igiene, anche per non diffondere il virus all’interno della famiglia. L’influenza intestinale è caratterizzata da nausea, dolore all’addome e da scariche di diarrea che normalmente si risolvono nell’arco di pochi giorni, ma che possono durare anche due settimane. Quella intestinale si combatte assumendo liquidi (contro la disidratazione) e farmici antidiarrea, ma sopratutto i fermenti lattici per ripristinare la flora batterica.
Sono stati registrati più di 802 mila nuovi casi, dei quali il 20% ha subito complicazioni, come la polmonite.
Il virus influenzale A sottotipo H3N2 Yamagata è uno dei ceppi influenzali peggiori tra quelli che si sono presentati negli ultimi 15 anni, perché non è contrastabile con il semplice vaccino trivalente. La manifestazione è forte, con picchi influenzali ben oltre i 38°. Conseguenze sono poi Mal di testa, inappetenza e fastidi, anche forti, intestinali e per finire la gola infiammata. Non è neppure facile distinguerlo, vista la somiglianza delle sue manifestazioni iniziali, con i ceppi comuni.
Insomma, il #picco di influenza non è ancora stato raggiunto. A quanto pare con il ritorno di Burian 2 si potrà manifestare ancora forte diffusione tra la popolazione.
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