E’ un dato allarmante quello che negli ultimi anni è emerso in molti paesi del mondo, in particolare gli USA, dove il suicidio è considerato tra le prime cause di morte tra i più giovani, una scelta drammatica che nasconde un malessere spesso difficile da comprendere e si traduce in patologie come la depressione, l’ansia e i disturbi alimentari. Seguire una terapia adeguata che riesca a portare alla luce la natura del problema è fondamentale per guarire, ma il primo passo, e forse il più complicato, è chiedere aiuto.
E’ proprio dagli Stati Uniti, uno dei paesi in cui il numero di suicidi tra gli adolescenti è cresciuto in maniera preoccupante negli ultimi anni, che arriva una storia positiva che dimostra come sia possibile riprendersi da un periodo difficile, trasformando la propria esperienza in qualcosa di utile per aiutare gli altri. La protagonista è la 16enne Amanda Southworth, che attraverso la sua start-up ha creato l’app Anxiety Helper, pensata per aiutare i giovani che, come lei, convivono con ansia, attacchi di panico e depressione.
L’enorme crescita globale della depressione è un problema che non può essere sottovalutato, se si considera che riguarda già oltre 300 milioni di persone nel mondo ed entro il 2020 rischia di trasformarsi nella seconda causa di invalidità, e la prima malattia mentale più diffusa a livello globale, coinvolgendo sempre più spesso le giovani generazioni.
Amanda Southworth oggi è una ragazza di 16 anni che vive a Los Angeles, ma la sua non è una storia semplice. Per molti anni questa ragazza ha combattuto con depressione, ansia, anoressia e attacchi di panico, che l’hanno spinta per ben 7 volte a tentare il suicidio. Fortunatamente ogni volta è stata salvata in tempo e dopo essere stata aiutata ha scelto di usare la sua esperienza per fare del bene agli altri.
I suoi problemi sono nati intorno agli 8 anni, quando la sua famiglia si è trasferita da una piccola cittadina in campagna nella grande Los Angeles. Si è quindi trovata costretta ad abbandonare la scuola, i suoi amici e i luoghi che conosceva per ripartire in una nuova città, e questo le crea un forte disagio. E’ in quel periodo che iniziano i suoi disturbi, inizialmente nascosti ma spesso minimizzati e considerati solo una fase adolescenziale. Tenta più volte il suicidio, fino a quando la sua vita cambia intorno agli 11 anni, grazie ad un corso di informatica a scuola.
E’ in quell’occasione che Amanda si rende conto di poter usare la sua esperienza per aiutare gli altri, e dopo aver parlato con medici e psicologi riesce a creare la sua prima applicazione, testata inizialmente con l’aiuto dei compagni di scuola. Attualmente Amanda vive a Los Angeles, ha lasciato la scuola e ha fondato la start-up AstraLabs, creando l’applicazione Anxiety Helper.
Si tratta di uno strumento pensato per i giovani che soffrono di ansia, attacchi di panico e depressione. L’obiettivo dell’app è di offrire agli utenti giochi ed esercizi, ma anche creare una rete di contatti “salvavita” nelle vicinanze, grazie alle funzioni di localizzazione, ma anche consigli per amici e familiari che spesso non sanno come comportarsi con chi soffre di questi disturbi.
I progetti di AstraLabs, tuttavia, non si limitano a questa sola app. Sono già in lavorazione altre due app mobile. La prima per tenersi costantemente aggiornati sulle questioni politiche e sociali che interessano, e la seconda destinata alle persone affette da schizofrenia, che aiuti a riconoscere la realtà dalle allucinazioni.
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