Gruppi di bambini con il nasino verso terra e ai loro piedi enormi meduse spiaggiate o catturate da bagnini volenterosi. Questo lo scenario di questo fine settimana sulle spiagge di Marina di San Nicola, dove enormi meduse (rispetto a quelle piccoline e molto urticanti che da bambini incontravamo spessissimo nei mari più puliti) nuotato serenamente quasi a riva, con i loro grandi cappelli che richiamano i bagnanti e ne fanno uscire altrettanti. Le dimensioni sono abbastanza sufficienti da farle vedere ad occhio nudo anche da fuori dell’acqua, una trentina di cm di diametro che si lascia trascinare dalle correnti e dalle onde importanti di queste giornate. Se da una parte ne abbiamo timore, soprattutto quando siamo in acqua con il mare non proprio limpido che ci impedisce di vedere bene cosa abbiamo intorno, dall’altra sospiriamo felicemente pensando che se ci sono meduse allora in mare è pulito. Falso. Infatti questa antica credenza che nell’immaginario collettivo vede le meduse nei mari più puliti è una grande illusione. Infatti le meduse si spostano con le correnti e di conseguenza non possono andare alla ricerca dei mari più puliti come possono fare i pesci. Quindi mare sporco e meduse è una fotografia abbastanza reale di molte spiagge del litorale italiano.
Altra diceria: le meduse piccole sono urticanti, le grandi no. Altro falso che andrebbe destrutturato nelle nostre teste. Verissimo al contrario che esistono meduse pericolose, altre semplicemente urticanti e altre ancora completamente innocue, ma questo non dipende dalle loro dimensioni ma dalla specie di appartenenza. Per chiarirci le idee vi mettiamo un manifesto di Focus dove possiamo ben vedere e riconoscere le nostre amiche/nemiche marine in tutte le loro caratteristiche.
Basti pensare che qualche tempo fa a Livorno è morto un bagnante per aver avuto uno shock anafilattico per essere entrato in contatto con una medusa di circa 30 cm di diametro e che la specie più pericolosa è microscopica, ci fa capire che in questo caso… le dimensioni non contano!
Se poi torniamo alle grandi meduse trovate al mare questo fine settimana, che potete vedere nella prima foto di questo articolo, a poca distanza da Civitavecchia e Fregene, probabilmente si tratta di Rhizostoma pulmo (se contrariamente riconoscete nella fotografia un’altra specie, scriveteci!). Vediamo le sue caratteristiche e siamo più sereni… sempre che poi questa fosse la sua reale specie: i tentacoli sono corti e non sono armati di cnidocisti pericolose per noi. Non ci può far male. Rhizostoma pulmo è la medusa più grande del Mediterraneo (dopo Drymonema): il diametro del suo ombrello può arrivare a 60 cm e può pesare fino a 10 chili. Il colore è bianco, con un orlo blu lungo il margine dell’ombrello. Il manubrio è grande: assomiglia a un cavolfiore bianco. Non ha una sola grande bocca, ma tante piccole bocche. Spesso navigano accompagnati da pesciolini che si riparano sotto al suo cappello e da granchietti.
Il ritorno delle meduse in quantità maggiori anche in zone dove normalmente non si vedevano dipende dal forte caldo tropicale che sta invadendo le nostre coste, come anche la minor presenza di pesci nei nostri mari che abbatte una forte concorrenza per le meduse in fatto di alimentazione. Meno pesci, più cibo per loro che trascinate dalla correnti trovano nutrimenti, acqua calda e un habitat più adeguato.
Qualche tempo fa vi avevamo parlato di come comportarci in caso di bruciatura da meduse. Rivediamo a grandi linee cosa fare e cosa no in caso di contatto con le parti urticanti di questo bellissimo essere:
- mantenere la calma e uscire subito dall’acqua
- usare gel astringente al cloruro d’alluminio o in mancanza di questo una crema cortisonica
- non usare creme antistaminiche
- togliere eventuali residui di medusa dalla pelle
- non grattare
- non mettere la sabbia sulla bruciatura
- sciacquare con acqua salata
Esistono in commercio diversi prodotti fatti appositamente contro le bruciature da medusa e anche alcuni prodotti da mettere prima di entrare in acqua per evitare di venire urticanti dal contatto con i filamenti. Forse la soluzione più appropriata in caso di mari particolarmente invasi è quella di utilizzare la muta per fare il bagno.
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