Dal 2002 non si parla di Cogne senza avere un brivido ricordando l’atroce delitto del piccolo Samuele. Associato a questo posto il nome di Annamaria Franzoni, la madre accusata di aver ucciso il figlio, massacrato nella sua camera da letto, scenario apocalittico della fine di una piccola vita. Un altro nome che apparse immediatamente, quello del medico che intervenne per primo nella casa, quello del medico di famiglia Ada Satragni, che diagnosticò un possibile aneurisma cerebrale… in una stanza imbrattata di sangue. Forse avrebbe stupito meno l’allontanamento del medico a suo tempo.
E invece il licenziamento arriva ora, a distanza di anni e per un motivo che nulla c’entra con il caso Franzoni. Infatti l’allontanamento dipende solo da una questione di numeri. La Satragni non raggiunge il numero minimo di 300 pazienti previsto come medico di base e fermandosi a 275 mutuati viene mandata via dal 13 febbraio 2016.
Il medico ha fatto subito ricorso d’urgenza in tribunale e ironia della sorte, ilc asp è finito in mano al Magistrato che nel 2004, in qualità di Gup, condannò a 30 anni di carcere Annamaria per il delitto del figlio di appena tre anni Samuele.
Satragni è medico di famiglia a Cogne, dove ha 275 pazienti. Essendo iscritta negli elenchi da oltre cinque anni, secondo l’Usl dovrebbe averne almeno 300, a meno che non ci siano limitazioni “di carattere oggettivo”.
“Abbiamo applicato in modo testuale una norma del contratto dei medici di medicina generale“, si tratta di “casi rarissimi“, ha dichiarato Massimo Veglio, direttore generale dell’azienda Usl della Valle d’Aosta. Le parti vedono il giudice Gramola che valuterà se assumere un provvedimento cautelare, sospendendo eventualmente l’efficacia della delibera dell’Usl. Ada Satragni è assistita dall’avvocato Roberto Gatti del foro di Torino mentre l’azienda sanitaria, che si è costituita in giudizio, sarà seguita dall’avvocato Salvatore Chiofalo di Aosta.
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