Non si arresta la crescita del numero di contagi da Coronavirus, formalmente Covid-19, mentre si ripetono episodi di tensione tra governo e amministrazioni regionali. Se il primo battibecco era stato tra il governatore della Lombardia Fontana e il presidente del Consiglio Conte, questa volta il premier se la deve vedere con le Marche. Secondo quanto dichiarato dal capo del governo, infatti, la regione Marche, che proprio ieri sera ha avuto la conferma della presenza del patogeno sul suo territorio, avrebbe “realizzato uno scarto, una deviazione” dalla linea scelta dall’esecutivo.
Bene precisare che, circa alle 13 del 26 febbraio, il governatore della Lombardia Fontana ha annunciato che il premier ha rettificato le sue affermazioni circa l’Ospedale di Codogno (epicentro dell’infezione in Italia), che stando alle prime dichiarazioni, non avrebbe seguito correttamente il protocollo.
Sembra così anche la questione del contenimento di una eventuale epidemia porsi su un piano politico, mostrando diverse criticità nel rapporto tra Roma e i governatori. Difficile immaginare uno scenario diverso, data l’enorme delicatezza della questione, unita ai casi di panico visti nei supermercati del Nord Italia. Infatti, diversi scaffali sono stati presi d’assalto dai clienti, timorosi di un’eventuale quarantena. Una precauzione comprensibile ma comunque sovrabbondante stando a quanto affermato dalla stragrande maggioranza degli esperti.
Secondo i dati forniti dal Ministero della Salute, alle 12 del 26 febbraio sono 374 i cittadini italiani nel nostro paese (tra i quali i primi minorenni) che hanno contratto il Covid-19, di questi 12 sono deceduti e 1 è guarito. Delle 12 persone scomparse, tutte avevano antecedentemente un quadro clinico complicato da patologie pregresse e in larghissima parte un’età relativamente avanzata. Questo non può di certo restituire qualcosa ai familiari, d’altro canto però conferma l’ipotesi che difficilmente il virus possa comportare rischi gravi per persone giovani e in salute.
L’atteggiamento delle autorità nel mentre rimane lo stesso: allarme sì, allarmismo no. La situazione resta delicata e non può essere presa sotto gamba ma non deve allo stesso tempo tramutarsi in isteria collettiva. Le indicazioni al contempo non cambiano: lavarsi le mani spesso, fare attenzione a non stare vicino a soggetti che mostrano sintomi, coprirsi naso e bocca quando si tossisce o starnutisce, chiamare il numero 1500 qualora si sospettasse di aver contratto il virus.
Fonte: Ministero della Salute.
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