Covid-19 e bambini: sintomi diversi ma contagio uguale anche per i più piccoli

I dati che vediamo ogni giorno ci mostrano statistiche riguardanti principalmente le fasce a rischio tra cui non compaiono i bambini. Grande errore però pensare che i più piccoli non si ammalino di Coronavirus: dalle statistiche vediamo che chi risulta positivo al Covid19 ha una età media di 80 anni, uomini. Dei bambini e degli adolescenti si parla poco, pochissimi i casi gravi, non numericamente significativi da rientrare nelle statistiche. Ma tutto questo non vuol dire che non ci si ammali al di sotto dei 19 ma solo che questo accade con sintomatologie molto più lievi e poco evidenti tanto da non venire considerati tali. Il virus continua ugualmente la sua diffusione e in giovane età questo accade anche più facilmente., Il Lock down infatti e la chiusura delle scuole in particolare hanno favorito da una parte ad una minore diffusione del virus e dall’altra a far si che i bambini all’interno di luoghi chiusi come le case, abbiano infettato i propri genitori. Inoltre sembra sempre più certo che il contagio passi anche dalle feci e quindi renda neonati e bambini piccoli diffusori del virus in modo reticolare nelle proprie famiglie.

In 8 bambini su 10 è stato rilevato Sars-Cov2 nelle feci anche dopo la guarigione virologica. Attenzione quindi al cambio del pannolino e ancora di più a scaricare le feci nel Wc, poiché con lo sciacquone si crea una specie di aerosol contaminato. Chiudiamo quindi sempre il Wc prima di scaricare e disinfettiamo bene ogni volta, anche in assenza di tampone positivo. Questo anche se non c’è ancora alcuno studio che confermi la carica virale nelle feci e la sua permanenza.

Abbiamo visto come i bambini reagiscano comunque meglio alla malattia soprattutto nella fascia di età scolare fino ai 19 anni. I bambini più piccoli sono invece più a rischio, come i neonati, non avendo ancora un sistema immunitario maturo.

Ricordiamo che il virus riesce a penetrare nelle cellule attraverso il legame della sua proteina S e vari recettori cellulari per poi replicarsi. La porta di ingresso per cui questo avvenga è il recettore ACE2. Quest’ultimo nei bambini è meno presente rendendo così più difficile l’accesso al virus nelle vie respiratorie. Il Coronavirus nella maggior parte dei casi si ferma nel naso, bocca e gola. Inoltre i polmoni di un bambino sono stati meno soggetti all’influenza negativa dell’inquinamento.

Riassumendo quindi i bambini si ammalano quanto gli adulti ma avendo risposte diversissime dalle fasce di età agli antipodi: spesso tutto si risolve in modo asintomatico o con una risposta simile al raffreddore ma allo stesso tempo la loro possibilità dio contagio è altissima mettendo a rischio parenti e familiari più anziani (i nonni sono ad alto rischio).

Proteggere i bambini è immediato: lavare bene sempre le mani, evitare i contatti con amichetti, distanziamento sociale, evitare luoghi come supermercati e farmacie senza protezioni – i bambini toccano tutto e possono sia veicolare il virus che ammalarsi loro stessi – disinfettare sempre bene ogni superficie che potrebbe ospitare il virus.

I sintomi nei bambini

Un’analisi dell’Università di Campinas in Brasile, ha esaminato diverse ricerche per stabilire i sintomi principali nei bambini. Secondo i risultati ottenuti la febbre è un sintomo comunque come per gli adulti ma in forma più bassa. Se negli adulti il Covid19 arriva con la febbre nel 90% dei casi, nei bambini sfiora appena il 16%. Segue poi la tosse, il naso chiuso, la diarrea, nausea e vomito. Nel 12,9% è stata diagnosticata la polmonite. Nei casi ricoverati è stata riscontrato eritema faringeo, tachicardia, respirazione accelerata. Quindi febbre e sintomi respiratori non sono un sintomo preponderante nei bambini. Poco meno della metà inoltre sono risultati asintomatici e scoperti solo perché i genitori erano positivi e per questo sono stati sottoposti a tampone.

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