Sono diversi gli studi che stanno cercando di fare chiarezza sul Cobid: uno di questi, pubblicato su Jama Internal Medicine e condotto dal ricercatore della Boston University School of Public Health, Leonardo Martinez, ha puntato l’attenzione sulla fase più critica del contagio di chi è positivo al Sars-CoV-2. Il primo risultato allarmante è che le persone risultano contagiose anche prima di sviluppare i sintomi.
Due giorni prima e tre giorni dopo la comparsa dei sintomi: cinque giorni in totale quelli dove si è maggiormente contagiosi in base all’indagine svolta su 730 persone positive e 8852 contatti stretti. Un’altra scoperta importante è che i contatti che hanno ricevuto una diagnosi di infezione da Covid-19 avevano maggiori probabilità di essere asintomatici se fossero stati contagiati da un paziente a sua volta asintomatico.
Si legge nel resoconto della ricerca:
“I contatti infetti di casi primari asintomatici avevano meno probabilità di presentare sintomi di Covid-19 suggerendo che la quantità di esposizione potrebbe essere associata alla presentazione clinica nei contatti stretti”.
“Rispetto all’esposizione a un paziente primario asintomatico, il rischio di Covid-19 tra i contatti era maggiore quando erano esposti a pazienti con forme di Covid lievi o moderate. Con l’aumento della gravità del caso primario, i contatti infetti avevano meno probabilità di essere asintomatici”.
Si tratta comunque di uno studio che ha mostrato delle crepe, come ad esempio il doversi affidare ai ricordi dei volontari che hanno preso alla ricerca. Senza contare che alcuni contatti dei positivi potrebbero essere rimasti fuori dall’indagine stessa.Si tratta comunque di uno studio che risale al 2020, non tracciando quindi risultati possibili per le varianti.
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