I nuovi strumenti digitali come applicazioni di messaggistica usate per chattare, social network ma anche video in streaming, musica digitale e in generale strumenti di comunicazione fanno parte delle nostre vite, sono ormai accessibili attraverso lo smartphone e pur essendo spesso molto utili, è inevitabile che catalizzino la nostra attenzione per diverse ore al giorno. Non è un caso se negli ultimi anni si parla sempre più spesso di vere e proprie patologie legate all’abuso delle nuove tecnologie.
La questione diventa ancora più complicata quando è correlata a bambini e adolescenti, che si rivelano i soggetti più a rischio se non controllati adeguatamente dai genitori. Ed è proprio su questo aspetto che si è concentrato uno studio condotto da ricercatori statunitensi, i cui risultati fanno emergere qualcosa di molto preoccupante. Secondo quanto rivelato, proprio l’abuso di strumenti come chat, social network e video in streaming negli adolescenti, potrebbe aumentare il rischio che insorgano sintomi tipici del disturbo da deficit di attenzione.
Conosciuta anche con l’acronimo di ADHD, il disturbo da deficit di attenzione e iperattività è una patologia i cui sintomi, generalmente, sorgono nell’adolescenza, e che in sostanza si ripercuote sul processo di apprendimento di bambini e adolescenti, ripercuotendosi inevitabilmente sul rendimento scolastico. Questa patologia riduce la capacità di concentrazione impedendo di svolgere compiti e modificando anche il comportamento di chi ne è affetto.
I ricercatori della University of Southern California, autori dello studio pubblicato sulla rivista Journal of the American Medical Association, hanno scelto quindi di approfondire la questione, e dai risultati sarebbe emerso un maggiore rischio che gli adolescenti sviluppino i sintomi del disturbo da deficit dell’attenzione, se esposti eccessivamente ai media digitali.
Per farlo i ricercatori hanno coinvolto 2587 selezionati tra 4100 ragazzi con età compresa tra 15 e 16 anni non affetti da deficit dell’attenzione. I soggetti coinvolti sono stati quindi seguiti per un periodo di 2 anni, e sottoposti ad una serie di test per valutare l’insorgere di eventuali disturbi comportamentali. A questi adolescenti è stato quindi chiesta la frequenza di utilizzo di 14 piattaforme digitali tra le più comuni, tra cui Facebook ma anche app di messaggistica, musica e video in streaming.
E’ emerso che il 9,5% dei 114 ragazzi che hanno ammesso di usare la metà delle piattaforme digitali considerate e il 10.5% dei 51 adolescenti che hanno usato tutte e 14 le piattaforme nei due anni di analisi ha mostrato i primi sintomi di Adhd, rispetto al 4,6% dei 495 adolescenti che hanno confermato di usare poco le piattaforme digitali.
Pur non potendo considerare questi risultati come un’evidenza dell’esistenza di un rapporto di causa-effetto tra comparsa di Adhd e uso eccessivo di piattaforme digitali, i ricercatori considerano questo un dato preoccupante che dimostrerebbe come l’abuso di piattaforme digitali da parte degli adolescenti potrebbe aumentare il rischio di insorgenza di problemi mentali e comportamentali.
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