Dopo due anni dalla sentenza della Consulta che ha cancellato il divieto del ricorso a gameti esterni nella procreazione medicalmente assistita, come era previsto nella legge 40 del 2004, l’utilizzo di questa tecnica negli ospedali italiani è praticamente nulla. Attualmente il ricorso a donatori esterni alla coppia è possibile solo negli ospedali di Emilia Romagna, Toscana e Friuli Venezia Giulia. Così la ricerca volge alle cliniche private, con gli ingenti costi che si possono solo immaginare: dai 3 ai 5mila euro a trattamento, costi che portano sempre più coppie ad affidarsi a centri per la PMA all’estero.
Su Internet poi stanno spuntando come funghi le banche del seme, i forum e i social network dove poter richiedere quanto necessario e dove viene proposta sia la provetta che… le vie naturali di inseminazione O_O
A quanto pare poi lo scambio via Web (di seme e non di coppia) è quello più utilizzato dagli italiani.
Ci sono poi i soliti problemi burocratici che rallentano tutto, soprattutto lato rimborsi a carico del sistema sanitario nazionale. Ma non solo. A detta dei medici stessi infatti il groppo ostacolo è la mancanza di donatori e ancora di più di donatrici.
Al momento la soluzione è quella di importare gameti ed embrioni dall’estero: nel primo semestre del 2015 in Italia sono arrivati 855 contenitori di cellule riproduttive congelate, 441 con liquido seminale, 315 con ovociti e 99 embrioni.
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