Da qualche giorno sui social network stanno girando le foto della prossima campagna sulla fertilità indetta dal Ministro della Salute Lorenzin. Slogan forti che hanno fatto adirare gran numero delle donne ma anche uomini sul Web. Si leggono commenti di rabbia, negativi, parole dure, forti. La campagna termina il 22 settembre con il Fertilità Day in diversi comuni d’Italia. Il sito relativo è ora offline, probabilmente per il gran numero di visite che potrebbe averlo fatto collassare o, perché no, per la presa di coscienza da parte del Ministero, per una campagna fuori luogo in molti dei suoi punti.
In una Nazione dove disoccupazione e instabilità ne fanno da padroni, è difficile far accettare il messaggio: Sbrigatevi a fare figli che tra un po’ non sarete più in grado. Vallo a dire alle tante donne che stanno cercando una sicurezza economica, o ancor peggio a chi ha problemi di fertilità. aiuti da parte dello Stato non ce ne sono e forse mettere al mondo figli in una fase così difficile nella vita è una presa di coscienza molto più forte che non rendersi conto che a 40 anni diventa più difficile metter su famiglia. I periodi si allungano e non per scelta delle donne, o almeno non sempre. Una idea a mio parere non errata quella di parlare di fertilità, anche perché in molte si arriva all’idea di avere un figlio con tanti pregiudizi in testa e anche poche vere conoscenze su concepimento e altro ancora. Ma il modo no, quello è sbagliato. Il messaggio che è arrivato alle donne non è quello corretto in questo modo.
Magari non tutte le donne sanno che “La fertilità della donna risulta massima a un età tra i 20 e i 30 anni poi decresce in modo repentino dopo i 35 anni, fino ad essere prossima allo zero già diversi anni prima della menopausa. Progressivamente gli ovociti non solo diminuiscono di numero, ma presentano una qualità peggiore con una percentuale sempre maggiore di alterazioni cromosomiche“. Ma da qui a dire che bisogna sbrigarsi a fare figli prima che sia troppo tardi, al di là della situazione in cui ci si trova in quel momento, beh forse è un pochino fuori da ogni ragionamento razionale.
Una campagna che ha anche messaggi “positivi”, aiutando a capire che molti comportamenti sono sbagliati e vanno contro la fertilità maschile e femminile, ma in tutto questo calderone di messaggi, molti sono andati perduti lasciando potere solo a quelli più “forti”. Cosa dire sui messaggi contro il fumo e l’alcol, contro la vita sedentaria e le droghe che vanno a inficiare sulla nostra fertilità? Di questi non parla nessuno in Rete, perché dove ci sono buoni propositi… si va oltre.
E i social sorgono con donne avvelenate e uomini allibiti. Tra tutti anche Roberto Saviano che analizza una ad una le varie cartoline ideate appositamente per la campagna. Leggiamo ad esempio sulla cartolina “La bellezza non ha età, la fertilità sì”
Vuol dire, semplicemente, affrettatevi a fare figli: non avete un lavoro stabile? Che importa. Non siete certi che il vostro partner sia quello giusto? Mio Dio quanti problemi vi fate. Forza, procreate, fatelo a cuor leggero, ché dove mangiano due mangiano tre.
Lo scrittore consulte su Twitter: “Il #fertilityday è un insulto a tutti, a chi non riesce a procreare e a chi vorrebbe ma non ha lavoro. E il 22 mi rovinerà il compleanno“.
Un Italia quasi interamente unita contro questa campagna, lasciando invece Medici e specialisti soddisfatti del messaggio inviato, o almeno in parte. La popolazione lamenta il problema principale che blocca la natalità ossia un fattore prettamente economico. Cosa che a quanto pare il Ministro della Salute non ha preso in considerazione, arrivando con alcuni messaggi a far sentire in colpa le donne che non hanno messo al mondo un figlio.
Sul sito ufficiale si poteva leggere: “Il primo fertility day si celebra il 22 settembre 2016 per richiamare l’attenzione di tutta l’opinione pubblica sul tema della fertilltà e della sua protezione. La sua Istituzione è prevista dal Piano Nazionale della Fertilità per mettere a fuoco con grande enfasi: il pericolo della denatalità nel nostro Paese. La bellezza della maternità e paternità. Il rischio delle malattie che impediscono di diventare genitori. L’aiuto della Medicina per le donne e per gli uomini che non riescono ad avere bambini. L’evento coinvolgerà tutti i Comuni Italiani attraverso l’Anci, e tutti gli attori e gli stakeholder in numerose iniziative di sensibilizzazione e approfondimento: giovani, famiglie, medici, farmacisti, ordini professionali, associazioni e società scientifiche”.
A favore della campagna leggiamo commenti di risposta al putiferio sbocciato su Internet:
“Sono meravigliata, perché l’obiettivo del nostro lavoro di esperti a supporto del ministero e di questo ministro, che per primo si è interessato al tema della fertilità e a tutto questo universo poco noto, era quello di fare conoscere la struttura del corpo degli uomini e delle donne e il suo funzionamento dal punto di vista riproduttivo, dando strumenti semplici, accessibili, divulgativi a tutti per fare scelte consapevoli“, ribatte Eleonora Porcu, presidente del tavolo consultivo sulla fertilità del ministero della Salute e direttrice del centro di Infertilità del policlinico Sant’Orsola-Università di Bologna.
E come dicevo sopra, questo sarebbe un buon messaggio, veicolato però nel modo sbagliato. Di sicuro hanno attirato l’attenzione sulla campagna, ma nel modo peggiore che si potesse fare.
Ancora a difesa del fertilità Day anche ginecologi, endocrinologi e andrologi: “Ragazzi pensateci per tempo alla vostra fertilità!! Le ragazze lo fanno già!! Voi lo scoprite a 49 anni quando è già tardi! #fertilityday“, scrive il noto andrologo Carlo Foresta, ordinario di Endocrinologia dell’Università degli Studi di Padova. “Gli andrologi italiani plaudono alla iniziativa che mette in evidenza i fattori di rischio per la fertilità“.
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