Da anni si discute sulla pericolosità o meno dei parabeni. Stiamo parlando dei conservanti più utilizzati principalmente nella cosmesi per le loro proprietà antifungine e antibatteriche. L’allarme è nato nel 2004 quando uno studio britannico trovò traccia di parabeni nelle cellule prelevate da tumori mammari in un piccolo gruppo di sole 20 donne, senza utilizzare neanche un gruppo di controllo. Un dato esiguo che ha però creato allarmismo anche se successivamente, gli studi condotti sulla stessa linea di pensiero non abbiano potuto replicare i dati. Lo stesso gruppo di ricerca iniziale ha però continuato negli anni a pubblicare ricerche sui parabeni con dati di qualità contestabile, finendo per sostenere che questi siano pericolosi. La Food and Drug Administration (FDA) e il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori dell’Unione europea (CSSC) hanno dichiarato che non ci sono per ora prove che i parabeni non siano sicuri. Ciò nonostante la Commissione Europea ha applicato il principio di precauzione, mettendo al bando cinque parabeni non essendoci sufficienti dati per non ritenerli pericolosi, anche se niente venisse in conferma della loro cancerogenicità.
A oggi comunque non esistono ricerche che dimostrino una relazione tra parabeni e cancro del seno né di alcun altro tipo e quindi i prodotti che li contengono sono fino a prova contraria, sicuri.
Un allarme ingiustificato quindi, quello lanciato nel 2004 il Journal of Applied Toxicology che pubblicò i risultati di uno studio firmato da Philippa Darbre, ricercatrice dell’Università di Reading, in Gran Bretagna. Erano state analizzate le cellule prelevate da una ventina di pazienti con cancro del seno, affermando di aver trovato i parabeni all’interno delle cellule maligne. Questo però senza analizzare anche le cellule sane come da gruppo di controllo andando a inficiare lo studio stesso che non può così dimostrare né che i parabeni siano in qualche modo all’origine del cancro del seno, né che si trovino solo nelle cellule malate. Nonostante tutto però questa scoperta ha portato allarme proprio perché gli estrogeni, sia naturali sia di sintesi o di provenienza esterna all’organismo, sono un noto “fertilizzante” per i tumori della mammella.
Le istituzioni
Un gruppo di ricercatori nel 2008 ha cercato di analizzare tutti gli studi realizzati fino a quel momento sulla relazione tra parabeni e cancro, arrivando alla conclusione che un legame fra parabeni e cancro del seno non è dimostrato.
Successivamente, vedendo il forte timore del pubblico in riferimento ai parabeni, la FDA statunitense e il Comitato scientifico per la sicurezza dei consumatori dell’Unione europea (CSSC) hanno svolto una revisione indipendente, al termine delle quali hanno dichiarato che non ci sono elementi per considerare i parabeni non sicuri.
Nel 2014, a seguito di un’analisi sistematica della letteratura scientifica, la Commissione europea ha confermato l’autorizzazione per propilparabene, butilparabene, metilparabene ed etilparabene. Sono invece stati messi al bando, con il Regolamento 358/2014 del 9 aprile di quell’anno, isospropilparabene, isobutilparabene, fenilparabene, benzilparabene e pentilparabene “per mancanza di dati per la rivalutazione”, ovvero per principio di precauzione e non perché esistano prove a carico di queste sostanze.
Da qui la dicitura che spesso troviamo sui prodotti “privo di parabeni“, cosa che non esclude comunque l’utilizzo di altri conservanti né tantomeno mette al riparo da infezioni dermatologiche quando i conservanti siano proprio assenti nei prodotti.
Fonte Airc
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