Quando si parla di ibernazione si tende a pensare a quella pratica conosciuta in una infinità di opere di fantascienza che prevede il “congelamento” di un essere umano consentendogli di sopravvivere per molto tempo basti pensare a pellicole come Alien o il più recente Interstellar, ma nella vita reale soprattutto in ambito medico esistono realmente pratiche che prevedono una sorta di ibernazione del corpo riducendo in maniera drastica la temperatura corporea per ridurre il progredire di determinate patologie e consentire ai medici di intervenire in situazioni complicate.
Adesso immaginate che l’ibernazione possa essere in futuro utilizzata per aiutare i medici a bloccare patologie come il tumore migliorando anche gli effetti delle cure somministrate. E’ questa l’idea di un team di ricercatori dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare guidato da Marco Durante, attualmente impegnato in una sperimentazione animale che ha come obiettivo quello di rendere possibile l’utilizzo di questa tecnica di “congelamento” dei pazienti per contrastare le forme di tumore nelle fasi più avanzate.
I tumori continuano ad essere ancora oggi una delle principali cause di morte nel mondo, nonostante i progressi scientifici fatti fino ad oggi abbiano permesso di migliorare le cure alle quali vengono sottoposti i pazienti, riducendo il tasso di morte attraverso la prevenzione per contrastare sul nascere queste patologie e ridurre quanto più possibile il rischio per i pazienti. E’ innegabile, tuttavia, come le cure generalmente più utilizzate come la chemioterapia e la radioterapia siano particolarmente forti e in grado di debilitare i pazienti con pesanti effetti collaterali. Nel caso dei tumori in stadio avanzato, inoltre, diventa impossibile intervenire per rimuovere del tutto il problema, ed è proprio su questo che il team di ricerca dell’Istituto Nazionale di Fisica Nucleare si è concentrato.
Attraverso la sperimentazione animale, i ricercatori guidati da Marco Durante hanno scoperto che l’ibernazione potrebbe aiutare a contrastare i tumori già avanzati, migliorando gli effetti delle cure e al tempo stesso riducendo gli effetti di trattamenti particolarmente invasivi come la radioterapia. Ibernando il paziente e riducendo le funzioni vitali, metabolismo compreso, i medici sarebbero in grado di bloccare la diffusione del tumore nel resto del corpo, aumentando anche le dosi di radioterapia senza mettere a rischio la vita del paziente, per distruggere tutte le metastasi.
Fino ad ora questa tecnica è stata sperimentata con successo sui ratti, ma i ricercatori sperano di poterla mettere in pratica, in futuro, anche sugli esseri umani. Prima che questa tecnica di ibernazione possa essere utilizzata come cura per gli esseri umani, trascorreranno non meno di 10 anni.
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