Abbiamo tante volte parlato delle sigarette e dei pericoli che si corrono ogni volta che si accende una sigaretta, a causa delle sostanze tossiche sprigionate che mettono a rischio non solo chi inala il fumo, ma anche chi deve subire il fumo passivo, aumentando notevolmente le probabilità di dover fare i conti con patologie molto gravi che mettono in serio pericolo la salute. Un video mostrato qualche giorno fa mostrava la differenza tra un polmone sano e quello di un fumatore, una immagine piuttosto forte che dovrebbe essere ritenuta più che sufficiente per smettere di fumare.
Ma se ciò non fosse abbastanza, un nuovo studio condotto da alcuni ricercatori statunitensi mette in guardia dal cosiddetto “fumo di terza mano”, un aspetto fino ad oggi considerato in maniera piuttosto marginale, ma che dimostra ancora una volta quanto le sigarette possano mettere a rischio anche la salute dei non fumatori.
Sappiamo già che il fumo passivo provoca danni alla salute allo stesso modo del fumo diretto, mettendo a rischio la salute cardiovascolare e polmoni, ma a quanto pare non è l’unico problema. Anche in Italia, ormai da molti anni, la legge vieta di fumare sigarette nei luoghi pubblici, ma questo potrebbe non essere sufficiente ad eliminare del tutto il pericolo per la salute.
Una ricerca pubblicata sulla rivista Science Advances e condotta dalla Drexel University, ha posto l’attenzione sul fumo di terza mano, confermando che le sostanze tossiche sprigionate dalle sigarette possono entrare anche nei luoghi in cui il fumo è vietato, mettendo così a rischio la salute di tutti, anche non fumatori. Ma come è possibile tutto questo? Secondo i ricercatori, le sostanze tossiche sono in grado di muoversi attraverso le particelle solide presenti nell’aria, chiamate aerosol, e depositandosi poi su vestiti e superfici anche nei luoghi in cui le sigarette sono vietate.
A quel punto le particelle tossiche sarebbero in grado di riattivarsi, complice anche le temperature e l’umidità degli spazi interni creando un serio pericolo per la salute. Per confermare quanto appena detto, i ricercatori hanno effettuato una serie di test. All’interno di una classe in cui nessuno aveva fumato, i ricercatori hanno scoperto che nel 29% dell’aerosol presente nell’aria, erano presenti sostanze tossiche correlate al fumo delle sigarette.
Si tratta di un problema che non può essere sottovalutato, considerando che secondo alcune stime dell’OMS, sarebbero 6 milioni ogni anno nel mondo i morti provocati da patologie correlate al fumo.
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