Nelle scorse settimane un numero cospicuo di adulti e bambini hanno avuto a che fare con sintomi parainfluenzali che li hanno tenuti a letto. Chi con dolori articolari diffusi, chi con febbre alta fino a chi ha avuto a che fare con infezioni intestinali. L’influenza del 2019 sarà invece simile a quella dello scorso anno con febbre alta, mal di gola, rinorrea, dolori diffusi e malessere generale. Le previsioni sono di circa 5 milioni di ammalati nei prossimi mesi.
I ceppi di virus responsabili saranno l’A/Michigan/45/2015 (H1N1)pdm09; l’A/Singapore/INFIMH-16-0019/2016 (H3N2); il B/Colorado/06/2017 (lineaggio B/Victoria) e il B/Phuket/3073/2013-like (lineaggio B/Yamagata). Niente di nuovo insomma e che sono già stati individuati nel vaccino anti influenzale dello scorso anno. Tornando a parlare dei sintomi parainfluenzali dobbiamo imparare a distinguere le due malattie. L’influenza è causata da virus del genere Orthomixovirus e come detto precedentemente si manifesta con febbre alta, dolori muscolari e articolari, spossatezza, rinorrea, mal di gola. La durata è generalmente di una settimana e per i bambini si può dilungare qualche giorno in più. Da non sottovalutare la possibilità di vaccinarsi, soprattutto se si è nelle fasce a rischio o se si può rientrare nelle fasce non a rischio di infezione ma pericolose comunque per il contagio verso gli altri. Quest’anno, a differenza dei passati, c’è una maggiore richiesta della vaccinazione con le conseguenti carenze di scorte per l’alto numero di richieste non atteso.
Anche se generalmente si invita alla vaccinazione nel periodo precedente l’arrivo dell’epidemia influenzale, si è ancora in tempo a detta dei medici così da schivare un possibile contagio sotto il vero picco previsto per la seconda e la terza settimana di gennaio.
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