Ha preso via sabato 1° ottobre la campagna antinfluenzale in Lazio, in linea alle raccomandazioni della Circolare del Ministero della Salute di prevenzione e controllo dell’influenza per la stagione 2022/23 .
L’obiettivo è quello di migliorare le coperture vaccinali raggiunte durante la passata stagione autunnale sulle popolazioni a rischio di gravi complicanze, tra cui in particolar modo le persone dai 65 anni di età . In questa popolazione la copertura del 61,2% registrata nella regione Lazio è calata di 6 punti percentuali nel 2021 rispetto al 2020, complice, tra gli altri, una percezione sottostimata della gravità della malattia e la bassa circolazione dei virus influenzali, legati alle misure di contenimento del COVID .
Da diverse settimane stanno esperti mettendo in guardia rispetto al fatto che in questa stagione potrebbe verificarsi una “tempesta perfetta”. L’allentamento delle misure emergenziali, infatti, porterà una maggiore circolazione dell’influenza che ci troverà impreparati, con un’insufficiente memoria immunitaria nei confronti dei virus influenzali. È quanto è successo nell’emisfero australe dove, negli anni pandemici, è stata bassa l’adesione alle campagne d’immunizzazione e non si è registrata circolazione; pertanto, il sistema immunitario non ha ricevuto stimoli né attraverso l’infezione né attraverso il vaccino.
In questo contesto l’influenza può tornare a causare i numerosi ricoveri ospedalieri e decessi che causava prima della pandemia.
E sono gli anziani che, con maggior probabilità, rischiano di subire il rischio di impatto clinico della malattia, in termini ad eventi di polmoniti esempio di natura cardio-cerebrovascolare come infarto o ictus, un aggravamento di eventuali patologie esistenti pre, oltre a possibili siti fatali.
Prevenire la malattia per gli anziani è quindi fondamentale, ma andrebbe fatto nel modo più appropriato. È infatti ampiamento dimostrato dalla letteratura che, con l’aumentare dell’età, la immunitaria è più debole allo stimolo risposta vaccinale e quindi un vaccino antinfluenzale “classico” potrebbe non offrire una adeguata risposta. Esistono però soluzioni vaccinali specificatamente indicate per questa popolazione, come il vaccino contenente un maggiore dosaggio di antigene . Questo vaccino è stato studiato per garantire una protezione superiore rispetto al vaccino a dosaggio tradizionale, nel rispetto dei medesimi standard di e tollerabilità . È un vaccino in commercio da più di dieci anni, che ha dimostrato ampiamente la sua efficacia nel prevenire l’influenza e le sue complicanze riducendo, i ricoveri per polmoniti del 27% in più di quanto riesca a fare il vaccino standard ei ricoveri per infarto o ictus del 18% in più.
La vaccinazione antinfluenzale può anche essere programmata nella stessa seduta della dose booster COVID o di altre vaccinazioni raccomandate e offerte gratuitamente agli ultrasessantacinquenni, come quella contro l’herpes zoster o lo pneumococco.
Dopo due anni di pandemia, rischio concreto che il virus circoli più forte di prima. Il monitor degli esperti: “ Fondamentale vaccinarsi fin da subito, senza aspettare”
Un’attenzione speciale alla popolazione anziana per cui esistono soluzioni specifiche, come il vaccino ad alto dosaggio.
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