Listeria nuovamente presente nel cibo: massima attenzione all’igiene e conservazione

Listeria è un nome che recentemente ha raggiunto la ribalta della cronaca per aver causato focolai epidemici in varie regioni italiane, contaminando alcune buste di insalata confezionata. Le autorità competenti stanno conducendo indagini sugli alimenti potenzialmente correlati ai casi umani di listeriosi, malattia causata dall’agente patogeno Listeria monocytogenes e che colpisce l’uomo e gli animali.

La listeria è presente in natura, in terreni, acque, piante e animali come bovini, ovini e caprini, che possono diventare portatori del batterio. Seppur rara, la listeriosi è spesso grave, con elevati tassi di ricovero ospedaliero e mortalità. Nelle persone infette i sintomi variano, da lievi sintomi simil-influenzali, come nausea, vomito e diarrea, a infezioni più gravi, quali meningite e altre complicanze potenzialmente letali. Le persone più sensibili alle infezioni da Listeria sono gli anziani, le donne in gravidanza, i neonati e le persone con deficit del sistema immunitario.

Per l’uomo il principale veicolo di trasmissione è il consumo di cibo, ed in misura minore il contatto con animali e persone infette. La listeria, infatti, tende a proliferare negli alimenti, soprattutto in quelli freschi, ma sopravvive anche sulle superfici con cui vengono a contatto come quelle di posate, contenitori, coltelli, e nel frigorifero. In generale, i cibi più a rischio sono quelli pronti al consumo inclusi i surgelati.

“La Listeria monocytogenes a differenza di altri batteri di origine alimentare, tollera gli ambienti salati e le basse temperature (tra +2 °C e 4 °C)” – afferma Monica Filippini, Life Science Manager del nostro laboratorio pH, Gruppo TÜV SÜD – “per questo motivo la temperatura di refrigerazione a cui vengono conservati gli alimenti (4°C) non ne contrasta la moltiplicazione, rendendone indispensabile il controllo durante la produzione degli alimenti. La cottura dell’alimento a 72°C per almeno 15 secondi inattiva il batterio; in caso di conservazione dell’alimento cotto è necessario prestare attenzione a eventuali ricontaminazioni“.

Le buone pratiche di produzione degli alimenti e il rispetto delle prassi igieniche rivestono un’importanza capitale per tutelare la salute pubblica. Gli esperti comunque stimano che un terzo dei casi di contaminazione sono causati dal proliferare di Listeria monocytogens in alimenti preparati in casa e conservati in frigo. Per evitare rischi l’esperta del laboratorio pH suggerisce:” Rispettare la data di scadenza, mantenere una temperatura del frigo minore di 5°C, tenere separati i cibi crudi (vegetali e carni) da quelli cotti o pronti al consumo, lavare molto bene i vegetali da consumare crudi e cuocere i cibi in modo appropriato, non far mangiare a bambini molto piccoli salsicce crude o pesce crudo.”

Poche ma chiare prassi di produzione e conservazione dei cibi per evitare allarmismi e continuare a consumare con piacere i nostri cibi preferiti. Per il rilevamento e la quantificazione di L. specie e di L. monocytogenes nel laboratorio pH di TÜV Italia, Gruppo TÜV SÜD vengono svolte le seguenti attività analitiche:

·       ricerca di Listeria monocytogenes in alimenti e campioni ambientali con metodo molecolare accreditato;

·       ricerca e numerazione di Listeria monocytogenes in alimenti e campioni ambientali con metodi microbiologici ISO 11290-1: 2017, ISO 11290-2:2017, USDA FSIS MLG8

Maggiori informazioni su pH Labs qui: www.tuvsud.com/it-it/ph

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