E’ innegabile come le campagne di sensibilizzazione create fino ad oggi abbiano aumentato la consapevolezza sugli effetti del fumo sulla salute, ma non è stato ancora sufficiente a ridurre drasticamente il numero di fumatori nel mondo che continua a mantenersi su livelli preoccupanti. Nel mondo sono oltre 1 miliardo i fumatori che mettono a rischio la propria salute e quella di chi sta loro intorno, a causa del fumo passivo.
Molti sono stati i provvedimenti presi nel corso degli anni, dalla scelta di vietare il fumo negli spazi pubblici all’inserimento di immagini spaventose sui pacchetti di sigarette, scelta quest’ultima che non sembra aver ottenuto i risultati sperati. Ebbene, il nuovo provvedimento che sarebbe adesso al vaglio del Ministero della Salute, potrebbe introdurre una nuova tassa sulle sigarette, che aumenterebbe i costi di ogni pacchetto rendendo ancora meno appetibile l’acquisto e al tempo stesso aumentando le entrate da investire nella sanità.
I dati diffusi di recente dall’Organizzazione mondiale della Sanità, infatti, pongono ancora una volta l’attenzione sugli effetti del fumo che causa ogni anno 6 milioni di morti e almeno 16 milioni di malattie correlate al consumo eccessivo di sigarette. Fino ad oggi l’aumento delle tasse sulle sigarette non sono servite ad impedire l’acquisto da parte dei consumatori, ma nonostante questo il nuovo provvedimento potrebbe comunque rivelarsi utile.
Secondo le ultime ipotesi, il Ministro della Sanità, Beatrice Lorenzin, starebbe studiando una nuova tassa da applicare sulle sigarette, pari a circa 1 centesimo per ogni sigaretta, che aumenterebbe tra i 10 e 20 centesimi il costo di un pacchetto. Una strategia del genere avrebbe una duplice valenza. Innanzitutto l’aumento dei costi potrebbe fare da deterrente soprattutto nei confronti delle fasce più povere, spingendo ad un consumo inferiore di “bionde”.
Allo stesso modo, considerando che in Italia 10 milioni di fumatori acquistano almeno 1 pacchetto di sigarette al giorno, per un totale di 3,6 miliardi di pacchetto ogni anno, lo Stato potrebbe raccogliere tra i 700 e 750 milioni di euro ogni anno. Questi soldi potrebbero quindi essere investiti in nuove campagne di sensibilizzazione ma soprattutto per migliorare il sistema sanitario ottimizzando le cure oncologiche e investire nuove risorse nella ricerca per la cura di malattie provocate dal fumo.
Resta solo da capire se queste idee si trasformeranno in un provvedimento vero e proprio, considerando l’inevitabile impopolarità che una scelta del genere avrebbe agli occhi di milioni di fumatori in Italia.
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