Obesità nei bambini aumenta i rischi di malattie al fegato

Obesità infantile e danni al fegato

Il sovrappeso e l’obesità, è ormai noto da molti anni, sono problemi che nell’arco degli ultimi decenni sono diventati sempre più motivo di preoccupazione a livello globale con numeri in costante crescita che vanno inevitabilmente a ripercuotersi sulla salute e il benessere delle persone, e che contribuiscono all’insorgere di malattie che riducono l’aspettativa di vita di uomini e donne creando anche un danno economico di rilievo attribuito in particolar modo ai costi che la sanità deve affrontare per curare gli effetti di queste patologie.

Complici dell’obesità sono fattori come la vita sedentaria che spinge le persone a fare poca attività fisica a causa di lavori d’ufficio o pigrizia, e il cosiddetto cibo spazzatura e bevande zuccherate carichi di grassi saturi che risultano tra i nemici di una vita sana e di un’alimentazione equilibrata. E se negli adulti l’obesità può creare problemi molto seri, altrettanto pericolosa può essere quella infantile che, secondo i risultati di un recente studio, aumentano sensibilmente i rischi di malattie al fegato nei bambini.

L’obesità infantile è un problema che ormai non può essere sottovalutato, considerati in numeri in continua crescita che vedono sempre più bambini, anche in Italia, soffrire di problemi legati al peso, causati soprattutto da un’alimentazione inadeguata fatta di cibo spazzatura e bevande cariche di zuccheri. Ebbene la Fondazione Italiana Fegato di recente ha condotto una ricerca presso i laboratori Area Science Park di Trieste, pubblicata sulla rivista Plos One, che ha come obiettivo quello di analizzare le cattive abitudini alimentari e le conseguenze dell’obesità infantile.

Attraverso esperimenti effettuati su sei roditori maschi e femmine, i ricercatori hanno scoperto come l’obesità infantile aumenta l’insorgere di malattie al fegato, con un evoluzione più rapida delle patologie soprattutto nei maschi e conseguenze finali identiche tra maschi e femmine, più gravi rispetto agli adulti. In particolare lo studio è stato effettuato alimentando sei roditori in età da svezzamento e per le 16 settimane successive seguendo una dieta con un’alta percentuale di grassi e aggiunta di fruttosio nell’acqua. Nell’arco di quattro settimane, tutti i soggetti hanno sviluppato la steatosi epatica che impedisce alle cellule del fegato di smaltire l’eccesso di grasso, insieme all’insorgere di fibrosi di stadio 2 nell’86% dei maschi e nel 15% delle femmine nell’arco di 16 settimane.

I risultati di questo studio dimostrano quindi, ancora una volta, come l’obesità infantile rischia di minare la salute dei più piccoli, e considerato il boom di bambini obesi o in sovrappeso che si sta verificando, purtroppo, anche in Italia, l’obiettivo di ricercatori è adesso quello di comprendere in che modo sorgono i danni al fegato, le differenze principali tra i soggetti di sesso maschile e femminile e, soprattutto, in che modo nuovi farmaci e diagnosi possono contribuire ad affrontare il problema per limitare i danni.

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