L’infarto è ormai da molto tempo una delle principali cause di morte non solo nel mondo ma anche nello specifico in Italia, e se in generale fattori come il peso in eccesso, l’obesità e la familiarità possono contribribuire all’insorgere di patologie cardiovascolari, aumentando così il rischio che insorga l’attacco di cuore, esistono anche una serie di altri fattori che possono inevitabilmente provocare un infarto, e tra questi è compresa anche la condizione emotiva delle persone che subiscono un infarto.
Già in passato alcune ricerche scientifiche avevano ipotizzato che la condizione emotiva del paziente possa influire sull’insorgere dell’attacco di cuore, ma un nuovo studio condotto in Ontario ha analizzato i dati di 12.000 persone, trovando in efffetti una correlazione tra le emozioni e l’eccessivo stress con un aumento evidente del rischio di infarto.
La particolarità di questa ricerca sta nella quantità di dati presi in considerazione che, al contrario di quanto avvenuto in altri studi del genere, ha preso in esame pazienti provenienti da un totale di 262 ospedali sparsi per il mondo, dando vita ad una ricerca molto ampia. I ricercatori del Population Health Research Institute della McMaster University di Hamilton in Ontario, hanno analizzato i dati di 12.000 pazienti al loro primo infarto, per comprendere le possibili cause che hanno contribuito a far sorgere il problema.
Questo nuovo studio ha preso in considerazione i 60 minuti precedenti all’insorgere dell’infarto confrontati con le 24 ore prima che l’attacco di cuore si verificasse. Prendendo in esame queste informazioni, i ricercatori hanno quindi trovato una correlazione effettiva tra l’infarto e lo stato emotivo del paziente. Da ciò è stato evidenziato come la rabbia e in generale un’alterazione o stress emotivo provoca un’accelerazione del battito cardiaco, l’aumento della pressione sanguigna aumentando così il rischio che placche aterosclerotiche si stacchino dalle pareti arteriose provocando quindi l’infarto.
Oltre alla rabbia, tuttavia, un rischio analogo esisterebbe anche per chi si sottopone ad un’attività fisica intensa, soprattutto quando alterato emotivamente, arrivando addirittura a triplicare il rischio di un attacco cardiaco. Lo studio ha preso in esame più di 12.000 pazienti provenienti da 52 paesi in 262 ospedali con un’età media di 58 anni. Il 14.4% ha confermato di aver subito un’alterazione emotiva 1 ora prima dell’infarto, mentre il 9.9% nelle 24 ore precedenti. Il 13.6%, invece, ha confermato di essersi sottoposto ad un’attività fisica intensa 1 ora prima e il 9.1% dei pazienti nelle 24 ore precedenti all’attacco cardiaco. Da considerare, secondo lo studio, ci sarebbero tuttavia anche altri fattori come ad esempio la durata dell’attività fisica o dell’alterazione emotiva, e l’intensità.
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