In questi giorni in cui al centro dell’attenzione di tutto il mondo ci sono gli ospedali, per passare il tempo ridendo e commuovendosi alternatamente un’idea può essere Scrubs. Una serie generazione che per molti ha significato un capolavoro generazionale. Forse alcuni chiamerebbero il medico John Dorian un James Dean dei primi anni del Ventunesimo Secolo.
Forse un paragone un filino azzardato, visto che il protagonista di Scrubs-Medici ai primi ferri non ha certo l’aplomb della stella di Gioventù Bruciata, né tanto meno il fascino ribelle.
Scrubs, serie di 9 (8+1, con la nona derubricata a spin-off) stagioni ha trovato finalmente asilo in Italia, con Amazon Prime Video (disponibile per tutti gli abbonati ad Amazon Prime), dopo anni la cui visione in streaming è stata disponibile soltanto su siti pirati, la cui attività non è esattamente in linea col codice penale.
La serie racconta le vicissitudini professionali e sentimentali del protagonista John Dorian “JD”, un medico internista nella struttura Sacred Heart Hospital, una clinica privata in una località mai precisata (con ogni probabilità nell’area di Los Angeles).
JD è coadiuvato da un gruppo pittoresco di personaggi, il migliore amico chirurgo Turk, sua moglie Carla, il mentore Cox e la cotta Elliott. Oltre che da uno dei personaggi più amati nella storia recente delle televisione, l’Inserviente, il cui nome è rimasto sconosciuto praticamente per tutta la serie.
Ogni episodio racconta in maniera romanzata e vagamente grottesca la vita dei medici nell’inferno della sanità finanziarizzata americana, alternando gag esilaranti con momenti di cruda realtà e tristezza.
Anche il titolo della serie, “Scrubs”, nasconde un velo di ironia. Infatti letteralmente indica la procedura di approfondito lavaggio di mani e gomiti da parte dei chirurgi prima di un’operazione. Può essere però intesa come una persona alle prime armi (o ai primi ferri in questo caso) con una professione, esattamente come i protagonisti della serie.
Scrubs ha significato per una generazione uno squarcio sul mondo della medicina e sulle responsabilità quotidiane che i dottori devono affrontare, alla sensibilità richiesta per affrontare tragedie ogni giorno di lavoro, non potendosi affezionare a pazienti che spesso rischiano di morire da un momento all’altro.
Battute di immenso cinismo in un contesto spesso gioioso conferiscono un alone di surrealismo al limite dell’inquietante, coadiuvato dalla leggendaria immaginazione del protagonista di Scrubs, JD.
Il cui punto di vista è l’unico aspetto soggettivo della serie. JD è il punto di riferimento di Scrubs, non a caso ogni puntata inizia con “Il mio/la mia/i miei/le mie”
Una serie da vedere per rendersi conto dell’eroismo giornaliero degli operatori sanitari, medici, infermieri, operatori sociosanitari e farmacisti, ben prima dai tempi della pandemia.
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