Le sigarette elettroniche sono arrivate sul mercato ormai da molti anni, e sin dal loro primo debutto sono state pubblicizzate come un’alternativa sicura alle sigarette tradizionali, e in questi anni la loro popolarità è cresciuta con milioni di persone che hanno deciso di usarle. Nonostante questo le e-cig sono finite al centro di numerose ricerche scientifiche che hanno avuto come principale obiettivo quello di comprendere gli effetti del vapore sprigionato sulla salute degli esseri umani.
I risultati ottenuti sono stati svariati, contribuendo alla nascita di una scuola di pensiero che non ritiene le sigarette elettroniche del tutto esenti da rischi per la salute. Ebbene, una nuova ricerca statunitense pubblicata in questi giorni, sembra pensarla allo stesso modo, evidenziando la scoperta di possibili danni al DNA provocati dalle sigarette elettroniche.
La conferma arriva da uno studio condotto da un team della New York University School of Medicine, pubblicato sulla rivista Proceedings of the National Academy of Sciences, che si concentra sui possibili effetti negativi provocati dal fumo delle sigarette elettroniche.
La ricerca è stata effettuata sperimentando l’esposizione al fumo delle sigarette elettroniche alcuni topi da laboratorio per un certo periodo di tempo, equivalente a 10 anni di uso delle e-cig per gli esseri umani. I risultati, secondo quanto rivelato dai ricercatori, hanno permesso di scoprire la presenza di danni al DNA, comprendendo polmoni, cuore e vescica. I dati derivano, quindi, dalla sperimentazione su alcune cavie, ma i ricercatori della New York University, hanno rivelato qualcosa di più.
Stando al responsabile della ricerca, il professor Moon-Shong Tang, i ricercatori hanno ottenuto risultati molto simili provando ad esporre cellule umane prelevate da vescica e polmoni agli effetti di nicotina e derivati. In base a questi dati, i ricercatori statunitensi ritengono che i fumatori di e-cig sarebbero più esposti, rispetto ai non fumatori, all’insorgenza di alcune forme di tumore e danni al cuore.
Ma non mancano, tuttavia, le voci discordanti. Intervistato dal Guardian, Peter Hajek, Direttore dell’Unità di Ricerca sulle Dipendenze da Tabacco della Queen Mary University di Londra, ha affermato che questo studio non aggiunge nulla di nuovo e anzi rischia di creare un falso allarme che potrebbe spingere molte persone a tornare alle sigarette tradizionali, che, come già noto, mettono in serio pericolo la salute a causa delle sostanze cancerogene inalate.
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