E’ in arrivo l’influenza, quella vera. In questi giorni molte persone hanno lamentato sintomi quali raffreddore, emicrania, qualche grado di febbre, spossatezza. Si tratta delle conseguenze di un raffreddamento. Il continuo cambiare delle temperature non aiuta l’organismo, che passa da condizioni di caldo umido a momenti di fresco ventilato. Le conseguenze vengono da se. (a volte basta la cara vecchia canotta a fare da intercapedine). Non si tratta però di ciò che andremo ad affrontare nei prossimi mesi.
L’influenza che arriverà in questo inverno avrà un’intensità media. Probabilmente con punte inferiori allo scorso anno. Le previsioni parlano di circa 5 milioni colpite dalla sindrome influenzale, alle quali aggiungere coloro che soffriranno da sindromi parainfluenzali» .
Come sempre i fattori che determineranno l’aumentare dei casi, sono i fattori climatici. Basse temperature, pioggia e vento incidono notevolmente sulla quantità di malati. Fabrizio Pregliasco, virologo e ricercatore del Dipartimento di Scienze Biomediche per la Salute dell’Università degli Studi di Milano e Direttore Sanitario IRCCS Galeazzi di Milano.
Nell’incontro svoltosi a Milano e promosso da Assosalute-Federchimica, l’Associazione nazionale farmaci di automedicazione.
Quanto riferito dal Pregliasco deriva da uno studio svoltosi dall’altra parte del pianeta, dove l’inverno è stato in corso e volge al termine. C’è una prevalenza del virus A/H1N1»che fu responsabile della pandemia del 2009, «anche se in quest’ultima parte di stagione rimane l’incognita del contributo del virus B che potrebbe innalzare il bilancio complessivo».
Lo scorso anno, per le temperature miti, ci si aspettava – e così sembrava inizialmente sarebbe stato – una stagione influenzale medio bassa. Invece il prolungarsi di un tempo instabile ha contribuito a far perdurare talune manifestazioni influenzali molto a lungo.
La vera influenza, ha concluso il virologo, è tale solo quando si presentano tre condizioni contemporaneamente: febbre elevata, con più di 38 gradi, dolori muscolari-articolari, tosse, naso che cola, congestione-secrezione nasale o mal di gola.
Altrimenti, come quella che ha colpito di questi tempi gli italiani tra fine settembre e i primi di ottobre, abbiamo semplici infezioni respiratorie o sindromi parainfluenzali.
«Il vaccino antinfluenzale è un salvavita per le persone fragili, ovvero tutti gli anziani sopra i 65 anni e i malati cronici per i quali l’ influenza potrebbe determinare complicanze – afferma – e può rappresentare un’opportunità di riduzione dell’assenteismo scuola-lavoro e del rischio di contagiare soggetti fragili della propria famiglia. Non protegge da tutte le forme non dovute a virus influenzali e a volte non evita completamente la malattia, ma ne attenua i sintomi e il rischio di complicanze».
Gli italiani si affidano ai sistemi classici per prepararsi alle possibili insorgenze dei malanni di stagione: coprirsi, spremute di arance, miele. Importante è anche lavarsi spesso le mani ed evitare posti chiusi iperaffollati.
In caso di Influenza – quella vera -nessun atto di eroismo. Bisogna starsene a casa, utilizzare le medicine più comuni per automedicazione: Aspirina, Tachipirina e similari e prestare attenzione a gola e bronchi. L’utilizzo degli antibiotici è calato, a favore dei vecchi rimedi delle nonne.
«L’uso degli antibiotici – precisa Pregliasco – può rivelarsi addirittura dannoso per la possibilità di determinare un’alterazione della flora batterica delle prime vie respiratorie, con conseguente eventualità di favorire una superinfezione da parte di un microrganismo resistente. Gli antibiotici trovano, invece, indicazione nelle complicanze batteriche broncopolmonari e devono essere utilizzati, solo se prescritti, dopo aver effettuato una visita medica, quando i sintomi dell’influenza non passano con i farmaci di automedicazione oppure se, dopo un’apparente guarigione, si manifesta un ritorno di febbre e tosse produttiva».
Facciamone tesoro…
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